E' difficile aggiungere altro a proposito del film Bohemian
Rhapsody, il tanto atteso biopic sui Queen e, inevitabilmente, sulla figura di
Freddie Mercury. Un film attesissimo in tutto il mondo, che ha già incassato la
cifra di 600 milioni di dollari. Una cifra alta, destinata anche a lievitare,
grazie anche alla pubblicità martellante che ha letteralmente obbligato ad
andare al cinema i fan più accaniti, i detrattori pronti a smontare il film e i
non appassionati, nauseati dalla costante pubblicità. Personalmente, mi sono
approcciato al film con altissime aspettative, io che da bambino sono cresciuto
ascoltando la voce di Freddie, la chitarra di Bryan May, il basso di John
Deacon e la batteria di Roger Taylor. Per questo motivo non potevo che andare
in uno dei migliori cinema della capitale per godere appieno della loro musica
(ho anche incrociato Ricky Tognazzi, regista del film "Ultrà", premiato
al festival di Berlino, figlio di Ugo). Perché si tratta di un film musicale
nel vero senso del termine, ci sono tantissime canzoni rispetto ad altri biopic
usciti precedentemente. Però, prima di svelare i pregi e i difetti del film, è
giusto raccontare la travagliata genesi dello stesso.
Il film è nato dopo mille difficoltà. Da anni si parlava di realizzarne
uno sui Queen e nel 2010 iniziò il progetto. Nei panni di Freddie era previsto
Sacha Baron Cohen e la regia era affidata a Peter Morgan; l'attore, tuttavia,
abbandonò le scene, causa divergenze con May e Taylor (i due membri dei Queen
sono infatti tra i produttori del film). Così il film passa a Dexter Fletcher,
con Ben Wisham nei panni del protagonista. Anche quest'ultimo, tuttavia, abbandona
prima delle riprese perché impegnato nel film "Spectre" (ultimo
capitolo della saga di James Bond). La sceneggiatura viene riscritta e la regia
affidata a Bryan Singer (regista dei miei amati X - men); a Rami Malek (conosciuto
per la parte in una notte al museo, ma soprattutto per Mr. Robot, nota serie
tv) la parte del frontman inglese. Proprio durante le riprese i due litigano
bruscamente, secondo alcuni arrivando alle mani e il tutto culmina con
l'allontanamento del regista dal set (anche se tra i due sembra tutto risolto,
si vocifera). Così i produttori sono costretti a richiamare Fletcher per girare
le ultime scene (in ogni caso non verrà accreditato).
Molte persone, in diverse recensioni, hanno criticato
maggiormente la prima parte del film, ripetitiva e rapidissima, con pochissimi
tempi morti. Probabilmente hanno ragione. Anzi, personalmente aggiungerei che
non viene mostrata una cosa importante: la miseria in cui vivevano i membri
della band, per esempio, Mercury dormiva sul pavimento della casa di May. Sembra
un successo immediato, il loro. Il film, in effetti, abusa di molte libertà
storiche e temporali, specialmente nel finale. È questo, secondo me, il difetto
più grande della pellicola. Per il resto è un film che divori, non puoi
annoiarti, anzi è fin troppo breve, secondo me. I Queen hanno una storia molto
lunga e travagliata, inserendo alcuni aspetti della vita di una persona del
calibro di Freddie, non puoi fare un film di sole due ore. Tecnicamente è
impeccabile e curatissimo anche quando deve usare la CGI, ovvero la computer
grafica, criticata duramente da alcuni, ma notevolmente migliore, per esempio, rispetto quella de "La grande
bellezza", parliamoci chiaro. Sempre dal punto di vista tecnico, la
ricostruzione storica è perfetta, anche se non si nota moltissimo, è un film
girato prevalentemente in interni. I costumi sono riprodotti perfettamente,
così come il trucco. La regia in alcuni momenti è ispirata (per esempio, nella
scena della conferenza stampa) anche se, purtroppo, non cerca chissà quali
virtuosismi. Il regista, nel nostro caso i due registi, si accontentano di fare
bene il loro lavoro e basta.
E adesso debbo spendere due parole sulla performance degli
attori protagonisti, che sono stati tutti eccezionali. Ovviamente Malik sale in
cattedra fin da subito, la sua interpretazione sovrasta tutte le altre ottime
performance. Malik si trasforma letteralmente in Freddie Mercury (infatti, ha
rivelato che non riesce ancora a staccarsi dal personaggio, come accade spesso
a molti attori di film biografici), regalando al pubblico una delle migliori
prove del 2018. E non esagero, sembra davvero di rivedere il cantante vivo,
davanti ai tuoi occhi. Le espressioni facciali e le movenze sono impeccabili e
studiate fino alla nausea. Anche quando è impegnato a cantare, lo fa benissimo
(anche se la sua voce è sovrapposta a quella di Mercury e del cantante della tribute
band ufficiale dei Queen). Molte persone hanno criticato la presenza dei due
membri storici della band nella produzione, poiché avrebbero messo la figura
del loro vecchio leader sotto una cattiva luce, nelle scene della loro
separazione, uscendone puliti loro, invece. Secondo me tutte queste inutili
critiche sono infondate, anzi i due artisti si concentrano molto sul lato umano
di Freddie Mercury, accennando solo con poche inquadrature all'uso di alcol e
droga (cosa opposta al film sui Doors, demolito da Ray Manzarek, ex tastierista
della band). Meraviglioso il rapporto con Mary, l'amore di una vita per Freddie,
associato spesso, nel film, alla canzone "Love of my life".
Tenerissime, ho trovato, le scene con Jim, il compagno di Freddie, fedele fino
alla fine. Forse May e Taylor sembrano voler "vendicarsi" di Paul,
manager di Freddie, che esce sconfitto da questo film come un cattivo
hollywoodiano.
Dunque, questa validissima pellicola si unisce a una serie di
biopic musicali davvero notevoli come: Control (sulla figura di Ian Curtis e
dei Joy Division, quasi un capolavoro per quanto mi riguarda), Walk the line (su
Johnny Cash), the Doors (sulla figura di Jim Morrison), Nico - 1988 (sugli
ultimi anni vissuti da Nico), Last days e A proposito di Davis (ispirati rispettivamente
agli ultimi giorni di Kurt Cobain e su Dave Van Ronk, cantautore folk).
Bohemian Rhapsody resta un ottimo film per i più giovani, che
tramite esso potrebbero avvicinarsi alla musica della band, riscoprendola e appassionandosi.
Una cosa miracolosa di questi tempi. Sta anche in quest'aspetto la forza del film:
appena rientrato a casa ho dovuto necessariamente ascoltarmi, ancora una volta,
alcune canzoni dei Queen! Rimane un film, tuttavia, molto furbo. I fan non
potranno che finire in lacrime, dopo il finale … è quasi inevitabile. Gli
ultimi minuti, i più potenti, grazie alla parte centrale che si concentra un
po’ di più su Freddie, sono fatti apposta per commuovere e colpire lo
spettatore, anche se la storia proposta è realmente accaduta. E il film riesce nel
suo scopo. Credetemi, centra in pieno l'obiettivo e nessuna critica può
contrastare quest'aspetto. Perché non è questo il compito di un buon film,
emozionare?