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lunedì 6 gennaio 2025

CLASSIFICA DEI LIBRI LETTI NEL 2024

MENZIONE D’ONORE: “Il richiamo di Cthulhu” di H.P.Lovecraft: non tanto per la storia in sé, che già avevo letto e che rimarrà per sempre un caposaldo dell’horror cosmico, ma per l’edizione Mondadori della collana Coralli, un acquisto obbligatorio per gli appassionati. Un’edizione tascabile, illustrata e con una copertina stupenda.

35) “Alabama” di Alessandro Barbero (2021): avevo grandi aspettative per questo romanzo, ma la scrittura di Barbero forse non fa per me. Il libro, seppur scritto benissimo (sembra davvero di sentir parlare un veterano della Guerra Civile americana, dato che l’autore ne copia perfettamente lo slang), è altresì monotono e piatto: ogni capitolo si apre sempre con le parole vomitate a raffica dal vecchissimo veterano e poi si chiude con due righe di pensieri della giovane intervistatrice evidenziati in corsivo. Il nostro Barbero continuo a preferirlo come divulgatore, anziché romanziere.

34)“Ombelicale” di Andres Neuman (2023): qui parliamo del miglior scrittore di racconti brevi dei giorni nostri … purtroppo in questo caso sceglie di scrivere un brevissimo libro di memorie, sotto forma di pensieri, legato alla nascita del primo figlio. Un lavoro figlio più della noia imposta dal lockdown che da un vero intento artistico. Molti pensieri, infatti, sono inutili o ripetitivi.

33)“Il sogno dello zio” di Fedor Dostoevskij (1859): ho preferito certamente altro del buon vecchio “Dosto”, questa novella umoristica mi ha lasciato poco o nulla.

32)“Dalla mia terra alla terra” di Sebastiao Salgado (2014): una sorta di autobiografia del maestro della fotografia in bianco e nero. Purtroppo, non abbastanza approfondita. Sembra di leggere, infatti, a grandi linee, quelle biografie in pillole che si trovano a inizio libro, solo un poco più approfondita. Da recuperare solo se si è fan dell’artista brasiliano.

31)“Giorni di grazia” di Arthur Ashe (1993): l’autobiografia del vecchio campione di tennis, primo nero campione a Wimbledon e primo campione slam dell’era Open, poi scomparso tragicamente a causa dell’AIDS. Straziante il finale.

30)“La sovrana lettrice” di Alan Bennett (2007): spassoso questo brevissimo romanzo di un autore forse più a suo agio con il teatro. Il finale, però, è davvero indimenticabile.

29)“Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach (1970): un vero classico del ‘900 più recente, questo brevissimo testo riesce sicuramente a colpire ancora oggi per la sua originalità e i discorsi filosofici e per le grandi metafore.

28)“Dialoghi in cielo” di Can Xue (1989): c’è anche un po’ di Cina in questa classifica, con Can Xue, scrittrice da anni candidata alla vittoria finale del Nobel. Questa esile raccolta di racconti è davvero stramba, molto criptica, con racconti che flirtano con le assurdità di Kafka. Mi aspettavo altro da questa autrice, ma resta una penna da approfondire.

27)“Collezione di sabbia” di Italo Calvino (1984): una raccolta di brevi saggi e recensioni del celebre scrittore ligure. Alcuni colpiscono più di altri, per forza di cose, come quelli sulla Colonna di Traiano, su un artista creatore di francobolli molto particolari, su un saggio dettagliato sulle fate e i folletti scritto da un vecchio reverendo, sul Codex Seraphinianus e molti altri ancora ...

26)“Mucchio d’ossa” di Stephen King (1998): una storia di fantasmi abbastanza classica, anche per un maestro del brivido come il Re, in questo caso. Si legge con piacere, ma non ti cambia la vita.

25)“La fuga del Signor Monde” di Georges Simenon (1945): un romanzo che non è un giallo, come si potrebbe pensare, ma un ritratto psicologico di un uomo borghese che decide di scappare da tutto e da tutti, dai suoi doveri lavorativi e dalla sua odiosa famiglia, ricominciando una nuova squallida esistenza da zero. La trama è decisamente avanti con i tempi e forse avrà influenzato altre storie come questa, perché oggi ce ne sono a iosa.

24)“Il club dei parenticidi” di Ambrose Bierce (1989): breve raccolta composta da quattro racconti, che risulta incredibilmente macabra anche ai giorni nostri, nonostante i circa centocinquanta anni sul groppone. Fidatevi di me, le descrizioni degli omicidi sono davvero disgustosi e senza alcuna pietà.  

23)“Alla gola” di Henry Hoke (2023): chiacchierato libro dalle tinte ecologiste che narra di un puma che abita proprio sotto la celebre scritta “H O L L Y W O O D” e che spesso ha a che fare con gli esseri umani che vi fanno visita. Il puma in questione non ha mai mangiato un essere umano, sarà giunto il fatidico momento? Il libro è narrato dal puma stesso, dunque in prima persona, sotto forma di poema romanzato. Le premesse sono notevoli, lo svolgimento un po’ prolisso. Se si amano gli ibridi di fiction e poesia, un esperimento da non perdere.

22)“Goethe Muore” di Thomas Bernhard (2010): una piccola raccolta di quattro racconti, che è stato anche il mio approccio a questo gigante della letteratura. I racconti sono, in questo caso, molto autobiografici (tema ricorrente della famiglia) e più di un Bernhard degli esordi.

21)“La donna mancina” di Peter Handke (1976): lo scrittore austriaco, vincitore del Nobel nel 2019, realizza un ritratto psicologico di una donna di mezza età ancora oggi molto forte, avanti coi tempi, e scritto con perizia tecnica.

20)“Questa è l’acqua” di David Foster Wallace (2009): questa raccolta è celebre per ospitare l’omonimo illuminante discorso pronunciato dallo scrittore a una cerimonia dei diplomi; inoltre, buttati in mezzo un po’ a casaccio, ci sono dei bellissimi racconti, la maggior parte degli esordi. Non ho capito soltanto la scelta di abbinare racconti di stampo satirico-psicologici e immaturi a un discorso filosofico e, al contrario, estremamente maturo.

19)“You like it darker” di Stephen King (2024): il grande ritorno di King ai racconti brevi con una raccolta davvero indimenticabile che col tempo sarà ricordata come uno dei suoi vertici in questo campo. Come da tradizione col King più recente, il sovrannaturale non serve per provocare spavento, quanto per caratterizzare il ritratto psicologico del protagonista della storia o per suscitare tanta malinconia. ‘Serpenti a sonagli’, ‘L’incubo di Danny Coughlin e ‘Due bastardi di talento’ i migliori racconti.

18)“Notizie dalle tenebre” di Joe R. Lansdale (2014): altro giro, altra raccolta. Che dire? Un altro scrittore che fa della fantasia orrorifica il suo marchio di fabbrica, rafforzato dalla sua passione sconfinata per il noir, il western, il cinema, la musica blues. ‘Mr. Orso’ e ‘La caccia: prima e dopo’ sono senza ombra di dubbio due racconti IMPRESCINDIBILI.

17)“Manodopera” di Diamela Eltit (2002): un romanzo cileno socialmente impegnato che tratta dell’alienazione sul luogo di lavoro descritta in maniera davvero originale e sorprendente, in due parti ben distinte, ma sempre in egual modo spiazzanti.

16)“McGlue” di Otessa Moshfeg (2014): arrivato con dieci anni di ritardo, in Italia, l’esordio della scrittrice di origini iraniane, che ormai, ad oggi, è già una penna affermata. Ne parlo nel dettaglio qui: (5) Facebook

15)“L’amante fedele” di Massimo Bontempelli (1953): una raccolta di racconti di realismo magico italiano, in buona sostanza, premiata col Premio Strega. Una valida alternativa ai racconti di Buzzati. Se vi piacciono quei racconti lì, allora questa raccolta è per voi indispensabile.

14)“Futbol” di Osvaldo Soriano (1998): delle storie folli, quasi tutte che hanno a che fare in maniera più o meno diretta con il calcio. Realtà, politica, fantasia e sport intrecciati da un legame indissolubile. Ho amato questa raccolta dalla prima all’ultima pagina.

13)“Vite istantanee” di Andres Neuman (2018): qui decisamente più in alto, lo scrittore argentino è al pieno della sua forma con questi geniali racconti brevi.

12)“I baffi” di Emmanuel Carrère (1986): un hitchcockiano Carrère degli esordi, ancora lontano dai lavori di non-fiction. Ne parlo in maniera più dettagliata qui: (5) Facebook

11)“La panne. Una storia ancora possibile” di Friedrich Durrenmatt (1956): un racconto inquietante e folle allo stesso tempo. Un venditore con l’auto in panne è ospite di tre pazzi ex magistrati e avvocati che decidono di metterlo a processo. Kafkiano è dir poco.

10)“Povere creature!” di Alasdair Gray (1992): incredibilmente diverso dal film di Lanthimos, capace però di condividere certe vibes. Un lavoro metaletterario a scatole cinesi che risulterà indubbiamente divertente e intrattenente per il lettore.

9)“Tennis, tv, trigonometria e tornado” di David Foster Wallace (1997): una raccolta di saggi e reportage similare a “Considera l’aragosta”. Un Wallace al meglio della sua forma vi racconterà delle sue esperienze tennistiche interrotte da un tornado, di una anonima fiera dell’Illinois, esplorerà poi con lungimiranza l’arte cinematografica di David Lynch e, infine, analizzerà il rapporto degli scrittori con la tv.  

8)“Bengodi e altri racconti” di George Saunders (1996): una raccolta di racconti fondamentale di uno degli scrittori post-modernisti più importanti di sempre. La scrittura di Saunders è qui a livelli altissimi.

7)“Midland a Stilfs” di Thomas Bernhard (1971): altra brevissima raccolta del maestro austriaco, in cui svetta il kafkiano racconto “Il mantello di loden”. Anche l’omonimo racconto, però, è da considerare un piccolo capolavoro.

6)“Luce d’agosto” di William Faulkner (1932): il sud, il lavoro, la religione, il razzismo, il doppio, il senso di colpa, tutti argomenti perennemente trattati dal premio Nobel del ‘49, maestro del genere Gotico Sudista. ‘Luce d’Agosto’ è da annoverare senza ombra di dubbio tra i suoi libri migliori. Scrittura a livelli impensabili.

5)“Il giovane Holden” di J.D. Salinger (1951): un vero classico, che finalmente ho letto (e amato). Tutti si saranno riconosciuti, almeno una volta, in Holden. Un racconto on the road, per le strade di New York, davvero avanti coi tempi, specialmente per la scrittura in prima persona, volgare e anarchica.

4)“Moby Dick” Herman Melville (1951): non soltanto un romanzo che vive d’epica (l’eterna battaglia tra il Capitano Achab e la balena bianca, in primis), ma anche un trattato naturalistico, per grandi tratti, di questo fantastico ed enorme cetaceo. Un Capolavoro di quelli che andrebbero letti almeno una volta nella vita.

3)“Lonesome Dove” di Larry McMurtry (1985): un romanzo western come oggi non se ne scrivono più. L’epica fatta romanzo. L’ho già recensito qui, nell’ultimo post dell’anno passato: adieu au cinéma: LONESOME DOVE: EPOPEA WESTERN

2)“I terrestri” di Murata Sayaka (2018): un romanzo di formazione realmente anticonformista. Una geniale storia che riesce a non mostrare mai le sue carte, nel senso che il lettore non capisce mai dove l’autrice voglia andare a parare, almeno non prima della parte finale. Raramente i romanzi riescono a incollarmi alle pagine, ma se avessi potuto questo libro lo avrei letto in un giorno solo!

1)“Compulsion” di Meyer Levin (1956): il padre dei saggi true-crime. Prima di ‘A sangue freddo’ c’era ‘Compulsion’, che ispirò Hitchcock per “Nodo alla gola”. Che storia! Terribile ma affascinante. Ne parlo in maniera esaustiva qui: (5) Facebook

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