Di recente ho avuto la fortuna di visitare Parigi, una delle
mie città preferite da sempre, in un week-end davvero indimenticabile. Prima di partire,
ovviamente, ho fatto incetta di film ambientati nella capitale francese, per
poi ritrovarne i luoghi una volta arrivato in città. Sarebbe troppo semplice
per me consigliarvi film come “Amélie”, “Ultimo tango a Parigi” o “The
Dreamers”, per questo ho cercato di stilare una piccola lista di film poco
conosciuti, dimenticati o semplicemente da riscoprire ambientati tutti nella Ville Lumière.
1)
“Parigi,
o Cara” di Vittorio Caprioli (1962): protagonista assoluta del film è l’icona
romana Franca Valeri che qui interpreta una buffa prostituta romana che,
volendo andare a trovare il fratello che non vede da anni e che risiede a
Parigi, approfitta dell’occasione per vedere la Ville Lumière, una città che
tanto ama. Tuttavia, le cose non andranno come previsto e per gran parte del
film la nostra rimarrà intrappolata nella periferia della capitale senza poter
vedere nessun monumento! Film italiano spumeggiante e recentemente restaurato, è
questo un esempio perfetto di film sconosciuto ma ambientato nella città
dell’amore per antonomasia, senza menzionare l’importanza che ha avuto per il movimento
“Camp” italiano e per il colorato cinema di Pedro Almodovar.
2)
“Montparnasse”
di Jacques Becker (1958): avendo alloggiato proprio a Montparnasse, piccolo
gradevole quartiere parigino, non posso che citare questa pellicola nota anche
con i titoli di “Montparnasse 19” o “Gli amanti di Montparnasse”; essa racconta
la vita di Amedeo Modigliani, celebre pittore italiano dei primi del Novecento ma
trapiantato in Francia, parlandoci dei suoi amori travagliati e della
difficoltà nel vivere in una città spietata e ancora troppo “chiusa” per
comprendere la sua arte, oggi al contrario apprezzatissima. Nonostante sia un
film girato prevalentemente o in interni o in studio, ci fa anche capire come
questo quartiere per moltissimi anni sia stato un vero e proprio ricettacolo di
artisti da tutto il mondo e, nonostante oggi non sia ancora così, si risente
però dell’influenza artistica attraverso i mercatini degli artisti locali che
ho avuto modo di visitare.
3)
“Belfagor
o il fantasma del Louvre” di Claude Barma (1965): è vero, non si tratta di un
vero e proprio film ma, con esattezza, di una miniserie televisiva, che ebbe un
buon seguito anche in Italia tra i più giovani e che ho scoperto tramite un
omaggio di Marco Bellocchio nel suo “Fai bei sogni”; dalla durata di 278
minuti, ecco un grande esempio di un prodotto ambientato nello straordinario
museo del Louvre che non sia “Band à part” (con la celebre visita-lampo del museo
in soli 9 minuti). Per la precisione, la miniserie si concentra nei piani
inferiori e più misteriosi del museo, tra le inquietanti statue egizie o
orientali. In questo caso, infatti, ci troviamo davanti ad una serie mistery, gotica,
che gioca con le leggende (Belfagor è appunto una divinità orientale che nel
corso della storia ha assunto un carattere maligno e demoniaco a causa di altri
popoli), e che vede le sue parti migliori ambientate proprio nel cuore della
notte nel museo più grande del mondo. Intrigante.
4)
“Gli
amanti del Pont-Neuf” di Leos Carax (1991): film dalla produzione travagliata
(costi eccessivi, incidenti sul set, attori infortunati), è un’opera che la si
ama o la si odia (come del resto tutto il cinema del regista), ambientata per
la gran parte sul Ponte Nuovo, uno dei tanti ponti parigini lungo la Senna.
Dalla location suggestiva, la storia parla del particolare rapporto tra un vagabondo
(Denis Lavant) e una giovane ragazza scappata da casa poiché prossima alla cecità
(Juliette Binoche); tantissime le scene iconiche: la sequenza ambientata nella Metro,
dove il nostro da fuoco a tutti i manifesti attaccati, o la scena del ballo sul
Ponte o anche quella finale, lungo la Senna.
5)
“Insieme
a Parigi” di Richard Quine (1964): una piccola perla, una pellicola metacinematografica
che ama giocare con lo spettatore e con il cinema stesso; Audrey Hepburn
interpreta una giovane dattilografa inviata a Parigi per soli tre giorni al
fine di aiutare uno sceneggiatore in crisi. Tantissime le trovate geniali in questa
commedia sentimentale: dai finti titoli di testa al film nel film, passando per
le numerose citazioni (reali) alla vita della stessa Hepburn! E, credetemi,
vedrete davvero di tutto, si arriva addirittura a toccare l’horror in questo
film purtroppo poco conosciuto.
6)
“Daguerréotypes”
di Agnès Varda (1976): breve documentario della regista di culto del cinema
femminista francese, Agnès Varda. Questo intimo film è ambientato nel quartiere
della cineasta, a Montparnasse e, con più precisione, a Rue Daguerre, la sua
strada. Il documentario non è altro che una testimonianza (tramite interviste) sulle
vite degli umili lavoratori di quella via, dai sarti passando ai droghieri,
tutti in ottimi rapporti con la nostra, ma che forse sono ancora troppo timidi e
d’altri tempi per confidarsi davanti ad una macchina da presa. Nostalgico.
7)
“Questa
è la mia vita” di Jean-Luc Godard (1962): semplicemente uno dei miei film
preferiti di sempre dove Godard fotografa la Parigi dei 60s con un bianco e
nero incredibile, intensissimo. Iconiche le scene sugli Champs-Elysées, come d’altronde
il regista per antonomasia della Nouvelle Vague aveva già fatto nel suo film d’esordio
“Fino all’ultimo respiro”, anch’esso ambientato a Parigi e da recuperare.
8)
“Sciarada”
di Stanley Donen (1963): “Parigi è sempre una buona idea”, diceva la Hepburn e,
anche in questo caso, la ritroviamo in questa lista con un’altra commedia
sentimentale che vira stavolta sullo spionaggio. Ottima storia, anche parecchio
tesa (<<Il miglior film di Hitchcock mai diretto da Hitchcock>> si
dice di questa pellicola), fotografia con tagli di luce accurati e attori in
ottima forma. Scena da ricordare: il giro in battello sulla Senna culminata col
bacio tra la nostra Audrey Hepburn e Cary Grant.
9)
“Adèle
e l’enigma del Faraone” di Luc Besson (2010): torniamo indietro nel tempo con un
film per ragazzi da riscoprire, purtroppo caduto nel dimenticatoio, non aiutato
dallo scarso incasso e della infelice produzione. In realtà il film ancora oggi
può divertire i più giovani ma non solo, è infatti un film per famiglie. Nel
primo decennio del ‘900 la nostra eroina Adèle se la vedrà con professori
crudeli, mummie riportate in vita e pterodattili sospesa tra Egitto e Parigi. Trovata
geniale: la mummia che, sul finale, dopo aver preso nuovamente vita e intenta
ad uscire dal museo del Louvre, esclama: <<Una piramide qui ci starebbe
proprio bene!>>, giocando con la storia reale, poiché le tre piramidi di
cristallo all’infuori del museo sono state costruite durante il mandato di
Mitterand negli anni ’80.
10)
“Hugo
Cabret” di Martin Scorsese (2011): in quest’occasione ci spostiamo di un
ventennio, nella Parigi dei 30s. La perfetta computer grafica ricostruisce una
Parigi fiabesca, frenetica ma incantevole. Il resto lo fanno i costumi e la
regia bel buon vecchio Scorsese che dirige a suo agio tra le case parigine ma
soprattutto nella stazione di Montparnasse dove vive il nostro giovanissimo
Hugo. Un atto d’amore sconfinato verso la settima arte come solo un regista
dalla portata di Scorsese poteva fare, chiamando in causa anche un pioniere
come Georges Méliès, in una storia misteriosa ad incastro che coinvolgerà ogni
appassionato.