È il 1985, negli Stati Uniti d'America siamo in piena epoca reganiana, ma al medesimo tempo escono due romanzi in controtendenza, due western: il più noto, “Meridiano di sangue”, scritto da Cormac McCarthy, e “Lonesome Dove”, di Larry McMurtry. Al secondo, però, spettano gli elogi maggiori, perché la critica lo premia l'anno seguente con il prestigioso Premio Pulitzer per la narrativa. Ma cosa ha spinto la giuria del Pulitzer a premiare un romanzo western proprio nel 1986, quando le storie predilette erano le scalate al successo a Wall Street? Lonesome Dove è non solo un’epopea western che raggiunge le quasi 1000 pagine, che ha al suo interno centinaia (non scherzo) di personaggi, dunque parliamo anche di un romanzo corale; è stato definito “Il signore degli anelli in salsa western”. In un certo senso può ricordarlo. Ci sono personaggi memorabili, l’epica, una missione da compiere, dei cattivi ben delineati. Non sembra di assistere ad un’opera di Sergio Leone, quanto ad una di John Ford. Gli Indiani sono i cattivi della storia, fanno paura a tutti. Popolano gli incubi degli americani, discendenti dei coloni europei. Gli indiani, i nativi, sono stati mezzi sconfitti, ma alcune terre le bazzicano ancora loro. I messicani, invece, vanno impiccati, non si va molto d’accordo con loro. È l’America divisa, vasta, immensa, rurale. È l’America crudele, individualista, dura, arida.
Non ci sono ancora le città moderne, o se ci sono appaiono irraggiungibili (come la San Francisco desiderata ardentemente da Lorie). È già presente, tuttavia, il tema del sogno americano: i protagonisti (la compagnia) decide di spostare una vasta mandria da una zona all’altra del Paese (dal Texas al Montana, i due poli opposti degli States) in cerca di ricchezza e di un futuro migliore.
I maschi del libro sono malinconici, piangono di nascosto, hanno quasi tutti sprecato la loro giovinezza in cerca di fama effimera. I giovani, invece, sognano di diventare dei cowboy, il premio più alto a cui un uomo possa ambire in un mondo selvaggio come quello.
Le donne in “Lonesome Dove”, invece, sono stereotipate, ci sono tantissime prostitute. Eppure i personaggi più forti sono proprio quelli femminili, e forse anche quelli caratterizzati meglio, con tutti i loro sogni, le loro paure e il loro coraggio di voler cambiare la propria vita. Le donne, anche se succubi di un mondo maschilista (il fucile, nei western, si sa, è simbolo di virilità), sono di gran lunga più intelligenti della loro “controparte” maschile: Lorie>Jack, Elmira>July, Janey> July, ancora lui, Clara>Bob.
Le scene maggiormente riuscite sono a sorpresa non tanto quelle di azione, ma quelle più introspettive, molto spesso intime e sempre un pizzico malinconiche.
Esilaranti, invece, i botta e risposta tra il capitano Call e il suo braccio destro Augustus (Gus), i due principali protagonisti dell’epopea, due vecchi popolari Texas Rangers con immensa esperienza e saggezza; il primo più taciturno e pragmatico, l’altro più esuberante e divertente, sempre con la battuta pronta. I dialoghi tra loro due sono scritti benissimo e faranno divertire parecchio il lettore.
Questo libro mi ha fatto sorridere in più punti, spesso mi ha fatto ridere, a pagina 856 mi ha fatto perfino piangere. E questo vuol dire che un libro del genere regala emozioni forti al lettore, questo è poco ma sicuro. È un libro che si prende il suo tempo, che si chiama “Lonesome Dove”, in onore della cittadina (uno sputo in mezzo al nulla) dove parte la storia ma che poi, da pagina duecento, non vediamo più: un po’ come se “Il signore degli anelli” fosse stato chiamato “La Contea”. E questa cosa mi ha fatto sorridere. Il titolo italiano, invece, “Colomba Solitaria”, è stato accantonato con il corso del tempo, per una valida ragione.
È un libro, pensate, che poteva durare benissimo altre mille pagine, perché verso il finale c’è una accelerata ben visibile, come se McMurtry non vedesse l’ora di mettere un punto alle vicende della Compagnia - cosa che in realtà non farà mai del tutto perché continuerà a scrivere di questo mondo con un prequel, “Il cammino del morto”, dedicato all’ascesa dei nostri due Texas Rangers; e con un sequel, “Le strade di Laredo”. Larry McMurtry, capace anche di vincere un Oscar alla migliore sceneggiatura non originale per il cult del 2005 “I misteri di Brockeback Mountain”, ha visto molti dei suoi romanzi trasposto felicemente per il grande schermo, come il capolavoro “L’ultimo spettacolo”, il cult “Voglia di tenerezza”, con Jack Nicholson e Shirley McLaine, il classico “Hud il selvaggio” e altri ancora. Anche Lonesome Dove è stato trasposto, ma non per il cinema, bensì per la televisione, in una lunga miniserie, con attori del calibro di Robert Duvall, Tommy Lee Jones, Danny Glover, Steve Buscemi, Anjelica Huston e Diane Laine.
McMurtry, texano doc, si è spento non molto tempo fa, nel 2021, a 84 anni. Nella sua Archer City, una cittadina che conta soltanto poco più di mille anime e che forse ricorda un po’ l’immaginaria Lonesome Dove, lo scrittore aveva aperto nel 1987 una libreria, Booked Up, che aveva finito col contenere circa 400.000 testi (!), attirando turisti e lettori da tutto il paese. Con la sua dipartita, però, il futuro della preziosa libreria è incerto, ed è stata acquistata da un vecchio concittadino divenuto famoso per la trasmissione del programma televisivo “Casa su misura” ...