Ci siamo, ecco le mie letture preferite di questo 2021. Quest’anno ho letto meno libri rispetto agli altri anni, arrivando a toccare le trenta letture a fine anno, per dedicarmi ai “mattoni”, ad alcuni classici della letteratura la cui lettura non potevo più rimandare. La classifica rimane un gioco e i libri sono ordinati solo ed esclusivamente in base ai miei gusti e alle mie sensazioni.
MENZIONI SPECIALI:
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“La
Lucina” di Antonio Moresco: avevo chiuso la classifica dello scorso anno con
Moresco, quest’anno la riapro sempre con Moresco, che qui regala un libro del
tutto diverso dai “Canti del Caos” - breve, essenziale, capace di raccontare una
storia che flirta con fantasy e horror.
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“Infinite
Jest” di David Foster Wallace: il libro del nostro tempo. Il più letto, il più
chiacchierato, il più amato, il più odiato. Non è in classifica solo perché letto
tra il ’20 e il ’21 e perché avrebbe monopolizzato la classifica … che gusto ci
sarebbe stato?!
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“Le
Onde” di Virginia Woolf: così come il titolo, questo libro ci fa oscillare tra una
pagina e l’altra, da una riga all’altra, come se fossimo su una barca che
dondola cullata dalle leggere onde del mare.
TOP 10:
10) “Carmilla” di Sheridan Le Fanu: il primo libro sui
vampiri (al femminile). Un romanzo gotico capace di inquietare ancora oggi. Ma insieme
alle sensazioni negative ho provato anche molta compassione per la piccola protagonista.
Fosse stato più corposo, questo breve romanzo, l’avrei amato ancora di più.
9) “Tenera è la notte” di Francis Scott Fitzgerald: da leggere
accompagnati dalla voce di Frank Sinatra e del suo pezzo “Strangers in the
night”. Un altro classico approda in questa classifica, ma ve l’avevo detto, questo
è stato l’anno dei classici …
8) “Tre millimetri al giorno” di Richard Matheson: una storia
folle, che vede un uomo rimpicciolire sempre di più, giorno dopo giorno, fino
alle drammatiche conseguenze, raccontata però con perizia e trasporto emotivo. Un
libro da riscoprire scritto da un genio del Novecento già in classifica lo
scorso anno alla posizione numero 1!
7) “Il Signore delle mosche” di William Golding: altro giro, altro
classico. Mi sento anche in imbarazzo a scrivere qualcosa di questi capolavori proprio
per la loro importanza storica. Allora ne approfitto per consigliarvi la
trasposizione cinematografica del 1963.
6) “Rumore bianco” di Don DeLillo: un gigante della letteratura
statunitense e del post-modernismo, questo è DeLillo. Prima opera che ho il piacere
di leggere del buon Donald, con il risultato che l’ho subito amata! Dai toni
post-apocalittici, distopici o più semplicemente grotteschi, in poche righe lo
scrittore è capace di distruggere tutto il sistema capitalista del suo paese.
5) “Il Brady” di Jacques Thorens: autobiografia di un proiezionista
cinematografico, essa racconta dei suoi trascorsi al “Brady”, cinema malfamato
di Parigi, che passava quasi soltanto pellicole di serie B oggi introvabili.
Dunque, un libro per cinefili. Di proprietà del regista di culto del cinema di
serie B francese, Jeanne-Pierre Mocky, quel cinema ha visto passare tutti i
personaggi possibili e immaginabili tra le sue sale – per questo il libro è
divertentissimo, anche se l’autore lo infarcisce anche di una serie di pungenti
critiche sociali dirette ai poteri forti francesi, trasformando questa
autobiografia anche in qualcosa di più rispetto al semplice libro umoristico e di
intrattenimento.
4) “I Demoni” di Fëdor Dostoevskij: ennesimo classico,
ennesimo tomo di questo 2021. Passo subito al prossimo titolo, ogni parola per
questo romanzo russo risulterebbe sprecata …
3) “Cecità” di José Saramago: grandissimo capolavoro dello
scrittore Premio Nobel. Una lettura obbligatoria perché ancora oggi attuale più
che mai. Lo scrittore portoghese non utilizza le virgolette per introdurre i
dialoghi e non assegna nomi ai personaggi, scelte che possono straniare il
lettore che ancora non conosce Saramago. Superato questo scoglio, il libro non
potrà che catturare il lettore e inquietarlo tantissimo, in certe occasioni …
2) “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino: sfiora
la ‘Numero Uno’ questo breve ma intenso romanzo sperimentale e metaletterario del
buon Calvino. Questo libro mi ha catturato fin dal suo incipit – forse uno dei più
belli di tutti i tempi. Ogni storia (nella storia) è capace di lasciare qualcosa,
ogni pagina emoziona.
1) “I detective selvaggi” di Roberto Bolaño: di detective
manco l’ombra, ma di personaggi selvaggi – invece – sì. Un tomo imponente
scritto dallo scrittore di culto per eccellenza e ambientato nel lontano Messico.
Una lettura imperdibile, piena zeppa di avventura, piena zeppa di personaggi
memorabili e di storie valide e appassionanti. Un inno alla scrittura e alla
sperimentazione letteraria.