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domenica 19 dicembre 2021

I MIGLIORI LIBRI LETTI NEL 2021

Ci siamo, ecco le mie letture preferite di questo 2021. Quest’anno ho letto meno libri rispetto agli altri anni, arrivando a toccare le trenta letture a fine anno, per dedicarmi ai “mattoni”, ad alcuni classici della letteratura la cui lettura non potevo più rimandare. La classifica rimane un gioco e i libri sono ordinati solo ed esclusivamente in base ai miei gusti e alle mie sensazioni.

MENZIONI SPECIALI:

-         “La Lucina” di Antonio Moresco: avevo chiuso la classifica dello scorso anno con Moresco, quest’anno la riapro sempre con Moresco, che qui regala un libro del tutto diverso dai “Canti del Caos” - breve, essenziale, capace di raccontare una storia che flirta con fantasy e horror.

-         “Infinite Jest” di David Foster Wallace: il libro del nostro tempo. Il più letto, il più chiacchierato, il più amato, il più odiato. Non è in classifica solo perché letto tra il ’20 e il ’21 e perché avrebbe monopolizzato la classifica … che gusto ci sarebbe stato?!

-         “Le Onde” di Virginia Woolf: così come il titolo, questo libro ci fa oscillare tra una pagina e l’altra, da una riga all’altra, come se fossimo su una barca che dondola cullata dalle leggere onde del mare.

TOP 10:

10) “Carmilla” di Sheridan Le Fanu: il primo libro sui vampiri (al femminile). Un romanzo gotico capace di inquietare ancora oggi. Ma insieme alle sensazioni negative ho provato anche molta compassione per la piccola protagonista. Fosse stato più corposo, questo breve romanzo, l’avrei amato ancora di più.

9) “Tenera è la notte” di Francis Scott Fitzgerald: da leggere accompagnati dalla voce di Frank Sinatra e del suo pezzo “Strangers in the night”. Un altro classico approda in questa classifica, ma ve l’avevo detto, questo è stato l’anno dei classici …

8) “Tre millimetri al giorno” di Richard Matheson: una storia folle, che vede un uomo rimpicciolire sempre di più, giorno dopo giorno, fino alle drammatiche conseguenze, raccontata però con perizia e trasporto emotivo. Un libro da riscoprire scritto da un genio del Novecento già in classifica lo scorso anno alla posizione numero 1!

7) “Il Signore delle mosche” di William Golding: altro giro, altro classico. Mi sento anche in imbarazzo a scrivere qualcosa di questi capolavori proprio per la loro importanza storica. Allora ne approfitto per consigliarvi la trasposizione cinematografica del 1963.

6) “Rumore bianco” di Don DeLillo: un gigante della letteratura statunitense e del post-modernismo, questo è DeLillo. Prima opera che ho il piacere di leggere del buon Donald, con il risultato che l’ho subito amata! Dai toni post-apocalittici, distopici o più semplicemente grotteschi, in poche righe lo scrittore è capace di distruggere tutto il sistema capitalista del suo paese.

5) “Il Brady” di Jacques Thorens: autobiografia di un proiezionista cinematografico, essa racconta dei suoi trascorsi al “Brady”, cinema malfamato di Parigi, che passava quasi soltanto pellicole di serie B oggi introvabili. Dunque, un libro per cinefili. Di proprietà del regista di culto del cinema di serie B francese, Jeanne-Pierre Mocky, quel cinema ha visto passare tutti i personaggi possibili e immaginabili tra le sue sale – per questo il libro è divertentissimo, anche se l’autore lo infarcisce anche di una serie di pungenti critiche sociali dirette ai poteri forti francesi, trasformando questa autobiografia anche in qualcosa di più rispetto al semplice libro umoristico e di intrattenimento.

4) “I Demoni” di Fëdor Dostoevskij: ennesimo classico, ennesimo tomo di questo 2021. Passo subito al prossimo titolo, ogni parola per questo romanzo russo risulterebbe sprecata …

3) “Cecità” di José Saramago: grandissimo capolavoro dello scrittore Premio Nobel. Una lettura obbligatoria perché ancora oggi attuale più che mai. Lo scrittore portoghese non utilizza le virgolette per introdurre i dialoghi e non assegna nomi ai personaggi, scelte che possono straniare il lettore che ancora non conosce Saramago. Superato questo scoglio, il libro non potrà che catturare il lettore e inquietarlo tantissimo, in certe occasioni …

2) “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Italo Calvino: sfiora la ‘Numero Uno’ questo breve ma intenso romanzo sperimentale e metaletterario del buon Calvino. Questo libro mi ha catturato fin dal suo incipit – forse uno dei più belli di tutti i tempi. Ogni storia (nella storia) è capace di lasciare qualcosa, ogni pagina emoziona.

1) “I detective selvaggi” di Roberto Bolaño: di detective manco l’ombra, ma di personaggi selvaggi – invece – sì. Un tomo imponente scritto dallo scrittore di culto per eccellenza e ambientato nel lontano Messico. Una lettura imperdibile, piena zeppa di avventura, piena zeppa di personaggi memorabili e di storie valide e appassionanti. Un inno alla scrittura e alla sperimentazione letteraria.

domenica 5 dicembre 2021

P'TIT QUINQUIN - FILM E MINISERIE TELEVISIVA!

È arrivato recentemente, tramite il Sacro Programma per cinefili di Enrico Ghezzi (“Fuori Orario”), un film francese del 2014, “P’tit Quinquin” (“Piccolo Quinquin”), per la regia di Bruno Dumont. Proiettato per la prima volta al Festival di Cannes del 2014, il film è stato rilasciato qualche mese più tardi sotto forma di miniserie televisiva per la tv francese. Dunque, è questo un prodotto che può essere considerato sia come un lungometraggio dalla durata di quasi tre ore e mezza, sia come una miniserie televisiva composta da quattro episodi; … anche da noi esso è arrivato sotto forma di miniserie tv.

Ambientata in una piccolissima cittadina del nord della Francia che dà sul mare, tanto che sarebbe possibile, secondo uno dei protagonisti del film, <<osservare le coste della Gran Bretagna>>, questo film/miniserie può essere considerato come la risposta francese ai “Segreti di Twin Peaks” di David Lynch; infatti, il clima che si respira è altamente grottesco, pieno di humor nero e fuori dagli schemi: è una miniserie unica, insomma! I tempi sono dilatati, la regia compie tantissimi piani sequenza e anch’essa si prende i suoi tempi, con movimenti di macchina molto lenti, la fotografia è molto luminosa (ma incredibilmente questo aspetto non infastidisce), ma a colpire sono soprattutto i personaggi, completamente fuori di testa.

Questo film può rientrare nel genere giallo/poliziesco e ruota attorno a una serie di omicidi in questo piccolo microcosmo creato dal regista, tanto che si arriverà a parlare di entità maligne che dominano il luogo … il primo omicidio, per esempio, vede protagonista una donna fatta a pezzi e inserita all’interno di una … mucca! Eppure, le storie vanno oltre i semplici omicidi, anche se ci sono sì molte indagini, ma le cose davvero importanti sono le relazioni tra i personaggi e il concatenarsi degli eventi. Il protagonista principale è il nostro piccolo Quinquin, che ha un difetto al naso e porta anche un apparecchio acustico, un ragazzino che ama l’avventura e spostarsi con la sua bici in compagnia della sua fidanzatina Eve, sua vicina di casa. Inoltre, importantissimi sono i due poliziotti, il capitano Van Der Weyden e il tenente Carpentier, due veri outsider nonostante l’importante carica; vi basti sapere, per esempio, che il capitano è pieno zeppo di tip al volto e agli occhi!

Infatti, una delle cose più rilevanti di questa opera è che nessuno degli attori è un vero professionista (sono tutti reali abitanti della regione di Pas-Des-Calais) e molti di loro hanno seri handicap fisici come il capitano, appunto, Quinquin o lo zio del ragazzo, un giovane che ha problemi nel camminare; proprio per questi motivi l’opera è stata criticata e il regista Dumont quasi messo alla gogna. Quest’ultimo si è difeso dalle accuse dicendo di voler dare al tutto un tocco più autentico e realistico. Inoltre, ha risposto anche all’accusa che vede protagonista l’attore dello zio di Quinquin, che in varie gag ruota su sé stesso prima di cadere a terra per colpa della sua disabilità – ebbene, quella mossa è stata scelta proprio dall’attore perché è un gesto che ama fare!

Personalmente ho apprezzato molto il casting, un gruppo di freaks che danno al tutto un tocco ancor più grottesco. Poi, a differenza dei film con grande budget che vedono sempre come protagonisti attori bellissimi e famosi, in questo caso sono tutte persone normali, lontane dai nostri canoni di bellezza, e questa è una cosa che ho adorato.

Nonostante le accuse, il film è stato ben accolto dalla critica, soprattutto dai celebri “Cahiers du Cinéma”, che lo hanno inserito più volte nelle loro classifiche di fine anno. Anche qui in Italia è stato apprezzato, anche se in pochi lo hanno visto. Al momento non è più disponibile su raiplay, ma sono sicuro che un giorno tonerà sulla piattaforma, come giusto che sia! 

UNA BATTAGLIA DOPO L'ALTRA - PICCOLA ANALISI DI UN GRANDE CAPOLAVORO

0.1 Il film parte subito in quarta, spiazza lo spettatore, mostrando da una parte le azioni del gruppo rivoluzionario “French 75” di chiara ...