PREMESSA:
Non avendo visto tantissimi film usciti quest’anno, ho deciso
di inserire film del 2021 recuperati solo nel 2022 ... Se non troverete film come
“Men”, “Blonde”, “Nope”, “Pinocchio”, “Avatar 2” o “The Fabelmans” sarà perché
non ho avuto modo di vederli, non per snobismo!
MENZIONI:
“Diabolik” di Manetti Bros., 2021: peccato per la mancata
dizione di Mastrandrea e la poca “fumettosità” della prima parte. Il film non è
riuscito al 100%, con un Diabolik fin troppo spietato. Ottime le musiche di
Manuel Agnelli.
“Occhiali neri” di Dario Argento, 2022: a me ha divertito,
anche se la maggior parte del pubblico lo ha detestato. Ho rivisto anche un
Argento in flebile ripresa.
“Il talento di Mr. C.” di Tom Gormican, 2022: il Sacro Graal
per chi adora Nicolas Cage che, in questo film metacinematografico, è
semplicemente perfetto nella parte di sé stesso. Per gli altri spettatori,
invece, resta un validissimo action comedy.
“King Richard” di Reinaldo Marcus Green, 2021: biopic
sportivo sull’ascesa delle sorelle Williams (anche se risulta poi essere
incentrato principalmente su Venus) e sul loro padre-padrone-allenatore Richard.
Ottimo Will Smith che, a differenza della premiazione degli Oscar, nel film
arriva addirittura a prenderle!
“Animali Fantastici – I segreti di Silente” di David Yates,
2022: un passo avanti rispetto al disastroso secondo capitolo. A me tanto
basta, non speravo in altro, sinceramente.
TOP 21:
21) “Freaks out” di Gabriele Mainetti, 2021: anche il cinema
italiano è in grado di sfornare film sui supereroi, in questo caso dei veri e
propri freaks impegnati contro i nazisti.
20) “Cry Macho” di Clint Eastwood, 2021: road movie molto
semplice, ma che intrattiene a dovere. Chapeau a Clint che ad oltre novant’anni
dirige e recita, anche a costo di apparire fuori ruolo! Amore incondizionato per
la settima arte.
19) “Mandibules” di Quentin Dupieux, 2020: il film più
spassoso dell’anno. E dura soltanto poco più di un’ora!
18) “Belfast” di Kenneth Branagh, 2021: anche Branagh ci
regala il suo 8 ½ (ora va un po’ di moda tra i registi) e ci catapulta
nell’Irlanda divisa dalla straziante guerra civile. Non un film perfetto, ma il
bianco e nero funziona e la ricostruzione del “ghetto” è buona.
17) “The Batman” di Matt Reeves, 2022: senza l’atmosfera di
cui è pervaso il film, risulterebbe una sbiadita copia di “Seven”. Ma, per
l’appunto, l’atmosfera, la fotografia e Robert Pattinson lo rendono un notevole
“Batman”, anche se ancora distante dalla grandezza e genialità di quello di Burton.
16) “Maigret” di Patrice Leconte, 2022: <<Come si sente
senza la sua pipa, Maigret?>>. <<Come nudo>>. Gerard
Depardieu è un perfetto Maigret, anche molto autoironico, e il film si
accontenta di questo. Ottime le scenografie e i costumi. L’effetto che mi ha
fatto guardare questo film è stato come vedere un episodio televisivo da un’ora
del Poirot di Suchet. Dunque, spero di vedere altri Maigret con Depardieu, in
futuro.
15) “Scompartimento n.6” di Juho Kuosmanen, 2021: un road
movie all’interno di un treno: una ragazza finlandese scaricata dalla sua
amica-amante parte per la lontana Russia, costretta a dividere la cabina con un
russo all’apparenza duro e freddo. Film (che diventerà) importante anche solo
per far capire che i russi non sono cattivi, ma persone come noi. Tenero.
14) “Finale a sorpresa” di Mariano Cohn e Gaston Duprat, 2021:
film spagnolo metacinematografico che omaggia il ruolo dell’artista e
dell’attore, della recitazione. Un film a scatole cinesi che diverte e insegna.
Un plauso ad Antonio Banderas, Oscar Martinez e Penélope Cruz, davvero in
parte.
13) “Esterno notte” di Marco Bellocchio, 2022: Bellocchio
aveva ancora qualcos’altro da dire sul caso Moro e sui cosiddetti anni di
piombo, nonostante il suo “Buongiorno, Notte” del 2003. Ed ecco che esce questo
film-serie tv (disponibile su RaiPlay in sei puntate) che si concentra a fondo
su ogni singolo personaggio coinvolto nelle vicende. Bravissimo Fabrizio Gifuni,
che ritorna ad interpretare Moro. Ottimo l’episodio con Cossiga, nettamente il
migliore (peccato non aver visto la presunta seduta spiritica).
12) “Dune” di Denis Villeneuve, 2021: indeciso se metterlo
oppure no, anche perché quella vista è solo una parte dell’intera opera
monumentale sulla saga che, nel corso del tempo, ha fatto impazzire registi
come Lynch e Jodorowsky. Al momento lo piazzo a metà classifica, non poteva non
esserci.
11) “Il gioco del destino e della fantasia” di Ryusuke Hamaguchi,
2021: questi sono gli anni di Hamaguchi, regista nipponico davvero talentoso.
Questo è un film ad episodi molto semplici su ogni aspetto, ma che sanno
coinvolgere emotivamente.
10) “Drive my car” di Ryusuke Hamaguchi, 2021: avevo detto
che era il suo tempo; ecco ancora Hamaguchi in classifica. Con questo film si è
portato a casa: l’Oscar al miglior film internazionale (più altre tre
nomination), il Golden Globe per la stessa categoria e il Prix du Scénario a
Cannes. Penso basti questo per presentare questo suo film.
9) “Old” di M.Night Shyamalan, 2021: horror ambientato in
un’isola deserta … questo film altro non è che una corsa contro il tempo, prima
che sia troppo tardi per tornare indietro. Mozzafiato.
8) “The Northman” di Robert Eggers, 2022: il miglior regista
del suo tempo, Eggers, prende i “Gesta Danorum”, antichissimo scritto danese
che ispirerà un certo William Shakespeare per il suo Amleto, e li adatta anche
per il grande pubblico; a differenza dei suoi “The VVitch” e “The Lighthouse”
questo appare più come un film di passaggio, ma la violenza, il cast variegato
e unico e la location islandese rende questo film un altro gioiello da
aggiungere alla filmografia di questo cineasta di soli 39 anni.
7) “Titane” di Julia Ducournau, 2021: ed ecco finalmente la
Palma d’Oro del 74° Festival di Cannes! Questo è un film che ha spaccato in due
il pubblico: c’è chi lo ha amato e chi lo ha odiato. Anche per questo motivo lo
attendevo con molta ansia. Il film si divide in due parti ben distinte: la
prima folle e spietata, la seconda più pacata e dolce. La pellicola tratta
tantissimi temi: il rapporto uomo-macchina, la maternità, il rapporto
padre-figlio/a, l’identità di genere … Il film risulta essere, alla fine, un
body horror degno di Cronenberg, anche se i passaggi e le azioni dei personaggi
sono tutti abbastanza prevedibili. Il film finisce come deve finire, senza
troppi colpi di scena, con un finale da “tragedia greca”. A me è piaciuto,
anche se con qualche riserva. Un film che comunque consiglio caldamente, anche
per supportare un certo tipo di cinema che raramente riesce ad imporsi nel
panorama internazionale.
6) “Sull’isola di Bergman” di Mia Hansen-Love, 2021: cast
d’eccezione per un film creato principalmente per cinefili e fan di quel genio
che fu Ingmar Bergman. Ambientato nell’isola di Faro, storica dimora di
Bergman, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un film che fa del
metacinema il suo punto di forza.
5) “La persona peggiore del mondo” di Joachim Trier, 2021:
film norvegese di discreto successo che esplora tutte, ma proprio tutte, le
fasi di una relazione sentimentale. Molte le scene diventate subito iconiche.
Il film fa della scrittura il suo punto di forza. Alla fine, risulta essere
meno “digeribile” di quello che uno si possa aspettare all’inizio.
4) “Mad God” di Phil Tippet, 2021: in bilico tra il “Metropolis”
di Fritz Lang, il cinema di Jan Svankmajer, il primo Peter Jackson e le follie
di David Lynch, questo film è un’opera monumentale girata (quasi) interamente
in stop-motion. Il regista, maestro pluripremiato degli effetti speciali, ci ha
messo oltre trent’anni per realizzarla, solo grazie all’aiuto di persone
interessate al progetto. Il film è un viaggio onirico e disturbante all’interno
di un mondo infernale che crea e distrugge i suoi disperati abitanti in un
vortice infinito e gargantuesco degno solo del Grande Dante Alighieri.
3) “Il collezionista di carte” di Paul Schrader, 2021: ha 76
anni il buon Paul, ma ancora riesce a partorire film del genere, sempre a
sfondo noir. Film apparentemente calmo, in realtà è un viaggio nell’animo animo
più travagliato. Eccellente.
2) “Ultima notte a Soho” di Edgar Wright, 2021: Di tutti i
film che sono usciti al cinema in questi due anni e che non ho potuto vedere,
quello che più rimpiango è “Ultima notte a Soho”. Non solo perché a dirigerlo
vi era Edgar Wright, uno dei registi contemporanei che più apprezzo, ma anche
per vedere le due attrici protagoniste: Thomasin McKenzie, che era sbocciata
con Jojo Rabbit, e Anya Taylor-Joy, che ormai tutti conoscono. Ebbene, questo
film mi ha stregato, nonostante lo abbia visto a casa, su Sky, e non sul grande
schermo. È questo il lavoro della maturità di Wright; non perché sia il suo
film più serio, meno comico e più orrorifico; ma anche perché la regia è più
studiata, non che nelle altre opere non lo fosse, dunque passatemi il termine -
ma perché ogni fotogramma ha finalmente un senso. Gli occhi dello spettatore
non possono che catturare ogni istante e farlo proprio, cosa che non avveniva
negli altri suoi film, che avevano per forza di cose un ritmo più frenetico. La
fotografia, che rimanda ai maestri italiani del genere giallo, è la sua
migliore. La colonna sonora, da sempre parte integrante dei suoi lavori, qui ti
trasporta direttamente in un certo periodo storico, quello della Londra anni Sessanta.
L’alchimia tra le due giovani attrici, che volevo tanto vedere recitare
insieme, è semplicemente perfetta … sembrano conoscersi da una vita! La trama,
certo semplice, ma scritta e progettata a puntino, risulta perfetta e
indimenticabile e, quando tutti i nodi vengono al pettine, lo spettatore si
sente finalmente appagato.
1) “Crimes of the future” di David Cronenberg, 2022: Dopo
otto lunghissimi anni il Maestro del body horror, David Cronenberg, torna nelle
sale con il suo “Crimes of the future”, un film che ha spiazzato molto gli
appassionati. Si tratta di un ritorno alle origini; un ritorno a quel cinema
degli anni ‘80 che lo rese famoso; cinema fatto di carne, mutazioni del corpo,
organi e scene disgustose. Dopo aver criticato mezza Hollywood con il suo
precedente lavoro, il buon vecchio Cronenberg emigra in Grecia insieme
all’attore feticcio Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart - tre attori
che danno il meglio di loro. Il film, distopico e dai tratti post apocalittici,
ci parla di un futuro dove il dolore quasi non esiste più, gli organi mutano e,
per rimuoverli, vengono messe in scena delle operazioni chirurgiche come
rappresentazioni artistiche che creano piacere (che sia una citazione, come mi
hanno fatto ragionare, di San Sebastiano trafitto dalle frecce?); inoltre,
sembra esserci una ulteriore evoluzione umana… Ma quello che colpisce di più in
questa pellicola è la freddezza e l’apatia delle persone. Tutto l’amore sembra
essere sparito dal mondo. I rapporti non esistono più. Il genere umano riesce
ad uccidersi, a tramare complotti, una madre riesce ad uccidere il proprio
figlio come nulla fosse, ma quello che importa di più è il non accettare il
cambiamento del nostro corpo.
Infine, ecco dove potete recuperare i titoli che ho
consigliato (agg. dicembre 2022). Ogni numero corrisponderà alla posizione del film
nella mia classifica. Per indicare le menzioni inserirò un asterisco, in ordine
crescente.
Su sky: *, **, ***, ****, ******, 21, 20, 19, 18, 17, 15, 14,
12, 10, 9, 8, 7, 6, 5, 3, 2
Su RaiPlay: 13