MENZIONI SPECIALI:
“Roger Federer. Il Maestro” di Christopher Clarey: la
biografia definitiva sul tennista più forte di sempre, Roger Federer, che ne
ripercorre la storia, dagli esordi fino agli ultimi anni (manca soltanto il
ritiro, avvenuto quest’anno). L’autore, intervistando tutti i suoi rivali e
allenatori, ripercorre così la carriera di uno sportivo immenso, una lettura
obbligatoria per tutti gli amanti del tennis.
“Frankenstein” di Mary Shelley: solo leggendo Frankenstein
una persona può rendersi conto di quanto le versioni cinematografiche siano
differenti (ad eccezione di quella di Kenneth Branagh, probabilmente). Un
classico della letteratura che ha dato il via alla fantascienza miscelata
all’horror.
“Impero. Viaggio nell’Impero di Roma seguendo una moneta” di
Alberto Angela: grazie alle vicende di un sesterzio, moneta romana che passa di
mano in mano, il lettore verrà catapultato in un viaggio unico all’interno di
quello che fu il grande Impero Romano. In questo libro/guida viene esplorato ogni
minimo particolare della vita dei cittadini, inserendo spesso tantissime
curiosità che rendono i romani, di fronte ai nostri occhi, sia molto vicini che
distanti anni luce!
“Lanterna magica” di Ingmar Bergman: che Bergman fosse un
tiranno sul set è cosa ben nota, tutti i cinefili lo sanno. I registi si
dividono infatti in due categorie: i despoti e gli amiconi gentili, sul set.
Kubrick e Bergman appartenevano alla prima categoria: pretendevano la
perfezione, erano odiosi, dittatori, litigavano con tutti.
E questo, Bergman, nella sua autobiografia non lo nasconde. Per questo risulta
essere una vera e propria dura autocritica. Il regista svedese ci va pesante
con se stesso, arrivando a definirsi anche “hitler-bergman”.
Non ci nasconde neanche la sua gioventù hitleriana, culminata con un congresso
di hitler visto a Monaco quando era ospite di una famiglia tedesca per uno
scambio culturale (decisamente la parte più sconvolgente del libro).
Per il resto l’autobiografia si divide tra aneddoti cinematografici, teatrali
(sono parecchi e probabilmente occorre avere un’infarinatura di teatro svedese)
e d’infanzia, soprattutto il rapporto di amore/odio verso il padre, la madre e
il fratello più grande.
Lettura obbligatoria per gli appassionati del regista in questione e del cinema
in generale; una lettura che consiglio comunque agli interessati del teatro
classico e degli aneddoti del mondo dello spettacolo, poiché ce ne sono
parecchi.
TOP 10:
10) “Vite brevi di tennisti eminenti” di Matteo Codignola:
l’autore non è solo un appassionato di questo sport, ma un grande scrittore
della casa editrice Adelphi e leggendo queste pagine si nota – abbiamo diversi ritratti di
tennisti che furono, uomini caduti nel dimenticatoio ma che hanno segnato con
un marchio indelebile la storia del tennis. Nostalgico.
9) “L’Ickabog” di J.K. Rowling: la “madre” di Harry Potter
torna a parlare ai piccoli, ma davvero ai più piccoli con questa fiaba,
mettendo fine (almeno per il momento) alla parentesi nel mondo con gli adulti
grazie al “Seggio Vacante” e alla saga poliziesca di Cormoran Strike.
Nonostante ciò, nonostante sia una fiaba fantasy medievale per ragazzini, non
mancano il sangue e le scene cruenti.
8) “Il ritratto di Elsa Greer” di Agatha Christie: nonostante
sia uno dei pochi romanzi con Poirot senza grandi colpi di scena, la storia
raccontata risulta essere la più malinconica; un’indagine rivolta al passato
che non può lasciare indifferenti. Malinconico.
7) “Abbiamo sempre vissuto nel castello” di Shirley Jackson:
un romanzo di fantasmi? Un romanzo di streghe? O più semplicemente un romanzo
psicologico? Sta a voi scoprirlo. Con questo brevissimo romanzo imbevuto di
goticismo, la Jackson affronta i suoi temi più cari, dal bigottismo umano al
femminismo.
6) “Fantasmi – dispacci dalla Cambogia” di Tiziano Terzani: un
annetto fa mi sono innamorato di un piccolo paese del sud-est asiatico, la
Cambogia, e con questo libro (che altro non è che una serie di articoli del
celebre giornalista italiano) è come se avessi intrapreso un viaggio oltreoceano. Terzani, con la sua meravigliosa scrittura, ci racconta in prima
persona della guerra civile, del genocidio, dei Khmer Rossi al potere,
dell’invasione vietnamita. Un pezzo di storia del Novecento, magari non troppo
conosciuta al giorno d’oggi, ma di straordinaria rilevanza. Da riscoprire.
5) “Tennis” di John McPhee: per Gianni Clerici, il miglior
libro sul tennis. E mi potrei fermare qui, basterebbe questo. Invece, voglio
dirvi anche che, in questo breve libriccino, nella prima parte vengono
analizzate in contrapposizione le vite di due tennisti – Arthur Ashe e Clark Graebner
– impegnati in una semifinale dei primi US Open; mentre nella seconda viene
intervistato Robert Twynam, storico giardiniere di Wimbledon, che, oltre a
raccontare dei più bravi tennisti a … non rovinare il manto erboso, ci fa
comprendere come il giardinaggio sia una vera e propria arte. Imprescindibile.
4) “La scopa del sistema” di David Foster Wallace: il libro
perfetto per iniziare a leggere quel genio che fu DFW. Un libro semplice, scritto a soli 24 anni, anche
se pregno del postmodernismo tipico dell’autore, quindi
privo delle note-fiume a fondo pagina, per esempio, ma ricco di spunti
narrativi folli, grotteschi, unici. Spassoso.
3) “La principessa sposa” di William Goldman: diventato noto
grazie alla trasposizione cinematografica degli anni ‘80 da noi nota come “La
storia fantastica”, questo romanzo fantasy e d’avventura è in realtà dieci
volte più ricco del film, con altre straordinarie avventure e con un breve sequel. La
cosa che lo rende speciale è la metaletteratura all’interno (nel film
sostituita dalla figura del nonno che legge la storia al nipote). Obbligatorio
per chi ha visto e amato il film, oggi un cult assoluto.
2) “Centuria” di Giorgio Manganelli: cento storielle brevissime,
spesso lunghe una sola pagina, ma di una bellezza clamorosa. Manganelli sapeva
scrivere benissimo e spesso le storie lasciano un segno, nonostante la loro
brevità. Si passa da storielle gotiche a storielle grottesche, principalmente, ma
saper coinvolgere il lettore con anche solo una pagina a disposizione è,
secondo me, un dono davvero invidiabile.
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