Il 2019 è stato un anno prolifico in quanto a letture, poiché
soltanto nel 2016 ho letto un maggior numero di libri; oggi, a tal proposito,
voglio elencare quelli che ho amato di più durante l’anno che sta per lasciare
spazio al nuovo decennio. Quindi, ho classificato i libri più belli, un compito
per nulla facile, lasciando fuori dalla classifica alcuni libri che vorrei
menzionare comunque, come:
- “Doppio
sogno” di Arthur Schnitzler, 1925: la novella dello scrittore austriaco è stato
il primo libro letto nel 2019; da esso è stato trasposto per il grande schermo l’ultimo
capolavoro di Kubrick, “Eyes wide shut”.
-
“La
strada” di Cormac McCarthy, 2006: vincitore del Premio Pulitzer l’anno
successivo, questo romanzo post apocalittico, dalla prosa essenziale e ridotta
all’osso, esplora in profondità il rapporto padre – figlio.
-
“Il
dolore è una cosa con le piume” di Max Porter, 2016: libro che mescola prosa e
poesia, si è rivelato una piacevole sorpresa; una fiaba grottesca che vede un
uomo perdere la propria moglie e restare con i due figlioletti, proprio in quel
momento di sconforto ecco che appare nella loro casa la misteriosa figura del
Corvo …
-
“Le
cose che non facciamo” di Andrés Neuman, 2017: raccolta di racconti davvero
particolare di questo giovane scrittore argentino, che riesce a scrivere
iconici racconti brevi anche di sole due pagine!
-
“Sayonara,
Gangsters” di Takahashi Gen’ichiro, 1982: forse il romanzo più folle che io
abbia mai letto, esso vede personaggi come killer immortali, gatti bere latte e
vodka, poeti trasformati in frigoriferi, alieni in vacanza studio sulla terra,
persone che si regalano nomi … queste piccole informazioni basterebbero per
convincere chiunque a leggere questa perla postmoderna!
Dopo aver menzionato queste opere comunque
meravigliose, è tempo di scoprire la classifica effettiva dei libri che più ho
amato nel 2019; essa comprende quindici posizioni e, ovviamente, non è in
ordine oggettivo ma puramente soggettivo:
15) “Trilogia di New York” di Paul
Auster, 1985: romanzo costituito da tre novelle, esso parte come un classico
noir per poi arrivare ad essere un libro che fa della psicologia il suo punto
di forza; la favolosa New York raramente è stata descritta in modo così
sognante e concreto al medesimo tempo.
14) “L’istituto” di Stephen King,
2019: quest’anno ho finalmente ritrovato lo scrittore americano, che mi aveva
deluso con i suoi ultimi lavori, e che avevo quindi accantonato per un bel po’;
qui King va sull’usato sicuro, riuscendo a creare una buona storia di
fantascienza, ma soprattutto di amicizia e di formazione, con una forte critica
a Trump, come non gli riusciva da tanto tempo. Un romanzo per tutti, anche per
i più giovani.
13) “Le nostre anime di notte” di
Kent Haruf, 2017: l’ultimo romanzo prima della scomparsa dello scrittore
divenuto celebre per la “Trilogia della pianura”, è un’opera intima, dolce,
delicata, stilisticamente semplice, dove due persone anziane, un uomo e una
donna, ormai entrambi senza la rispettiva dolce metà, decidono di passare le
notti insieme. Struggente.
12) “Il giorno della civetta” di
Leonardo Sciascia, 1961: romanzo visionario e soprattutto coraggioso, un inno
contro la mafia e la politica italiana di quegli anni, dominata dalla DC.
Romanzo assai sottovalutato, dovrebbe essere, invece, riscoperto nelle scuole.
11) “Le città invisibili” di Italo
Calvino, 1972: cosa dire di questo classico della narrativa italiana, dove la
fantasia e il viaggio sono gli elementi principali? Beh, leggere delle
fantastiche e surreali città esplorate - chissà! - da Marco Polo resta un’esperienza
unica che consiglio a chiunque.
10) “Cent’anni di solitudine” di
Gabriel Garcia Marquez, 1967: entriamo in top ten con il premio Nobel
colombiano, che ci ha regalato un’epopea generazionale unica, grottesca, con
personaggi memorabili e divertenti in pieno stile Marquez. Parliamo di
capolavoro? Direi proprio di sì …
9) “Umiliati e offesi” di Fedor
Dostoevskij, 1861: scoperto lo scorso anno con “Delitto e castigo”, non ho più
lasciato lo scrittore russo, che si è annoverato subito tra i miei preferiti;
quest’anno ho letto diversi suoi libri, tutti splendidi, ma questo merita più
degli altri di entrare in classifica. “Umiliati e offesi” si presenta come un
romanzo contro la povertà e le classi nobili della Russia zarista, riuscendo a
commuovere, e non poco, il lettore.
8) “L’Aleph” di Jorge Luis Borges,
1949: la raccolta di racconti più celebre del grandissimo scrittore argentino,
mescola la finzione e il mito con la filosofia, creando qualcosa che nessun
altro scrittore riuscirà più a replicare.
7) “Teatro” di Samuel Beckett, 2014:
lo scrittore irlandese trapiantato in Francia, capostipite di quello che sarà conosciuto
come teatro dell’assurdo, ci ha regalato copioni davvero memorabili e
imprescindibili durante tutto il corso della sua vita, esplorati dal
sottoscritto in una notevole edizione del 2014 targata Einaudi. La mia opera
teatrale preferita della raccolta rimane la mai citata “L’ultimo nastro di
Krapp”.
6) “Solaris” di Stanislaw Lem, 1961:
conosciuto come uno degli scrittori di fantascienza più innovativi di sempre,
il polacco è infatti riuscito a creare un romanzo che può essere inteso anche
come opera filosofica – poiché nel lontano pianeta “Solaris”, esplorato dai
terresti, si materializzano gli spettri dei grandi amori del passato; la
fantascienza, dunque, è solo un pretesto per esplorare i più profondi
sentimenti umani. Imperdibile.
5) “Epepe” di Ferenc Karinthy, 1970:
riscoperto ultimamente dalla casa editrice Adelphi, questo grottesco romanzo
ungherese vede come protagonista un importantissimo linguista che, dopo un volo
per raggiungere un paese del nord per una conferenza, si ritrova catapultato in
un mondo parallelo, popolato da persone tali e quali a noi ma che, per
comunicare, utilizzano una incomprensibile lingua, intraducibile persino a un
famoso linguista come il protagonista! Dalla situazione fortemente kafkiana,
questo libro rimane una delle mie più felici scoperte. Un libro sul linguaggio
e sulla incomunicabilità come questo è da non perdere.
4) “Sette minuti dopo la mezzanotte”
di Patrick Ness, 2011: sfiora la top 3 questo romanzo struggente - ideato da
Conor O’Malley, morta di cancro prima di poterlo scrivere, e terminato da Ness
– esso parla di un ragazzino che deve affrontare la fase finale della malattia
della madre, malata di cancro. In più, ogni notte, poco dopo la mezzanotte, un
mostro davvero particolare va a fare visita al ragazzo, per raccontargli delle particolari
fiabe … per chi ha passato situazioni simili, questo libro potrebbe essere una
vera rivelazione – e così per me è stato. Mi ha commosso come non mai;
spacciato come libro per ragazzi, esso in realtà descrive benissimo la malattia
e, quindi, risulta a momenti davvero difficile da leggere. È un libro per
tutti, anche e soprattutto per i più grandi. Vi lascio qui sotto il favoloso
incipit, brevissimo, uno dei più emblematici di sempre, secondo me, che non
potrà lasciarvi indifferenti, dove già si viene a creare un mondo a parte:
“Il mostro si presentò poco dopo la
mezzanotte. È così che fanno.”
3) “Crash” di James Graham Ballard,
1973: la top 3, invece, si apre con un romanzo scritto divinamente da Ballard, autore
di fantascienza, che descrive un mondo (quasi distopico) nel quale tecnologia
ed erotismo convivono alla perfezione; raramente ho letto una storia così
originale e, allo stesso tempo, altamente poetica, nonostante i complessi temi
trattati.
2) “Trilogia della città di K” di Agota
Kristof, 1986: composto da tre storie strettamente e inevitabilmente collegate
tra di loro, il libro della Kristof è un inno contro le dittature e la guerra
in generale, dove la psicologia risulta fondamentale per comprendere questa
meravigliosa, ma contorta, terribile e crudissima storia. Le novelle, scritte
con uno stile veloce, ma davvero crudissimo, sono difficili da leggere in
diversi punti, per le descrizioni terribili di un paese devastato dalla guerra.
Il libro è un vero e proprio capolavoro. Non per tutti, magari, ma questo è
davvero un’opera che meritava riconoscimenti assoluti per la scrittrice
ungherese.
1) “La metamorfosi” di Franz Kafka,
1915: alla prima posizione ho piazzato questo capolavoro intramontabile dello
scrittore ceco, che ha ispirato praticamente … tutto! Un racconto così in
bilico tra il grottesco, l’horror, il fantastico, pieno di black humor e di
tratti psicologici, non si trova molto facilmente. Questo racconto mi ha rapito
ed è una delle cose più incredibili che io abbia mai letto.
Eccoci arrivati alla fine della
classifica; spero che la descrizione di questi libri possa almeno incuriosirvi
un po’. Non è stato facile parlarvene senza svelare molto sulle relative trame
e catturare, con pochi elementi la vostra attenzione. Spero di esserci
riuscito. In ogni caso, è stato un anno di letture memorabili, che spero possa
ripetersi l’anno a venire. Il prossimo post, di conseguenza, sarà sui film
migliori del 2019 e vi assicuro che parlerò di pellicole davvero imperdibili.
Quindi, per saperne di più, restate collegati su “Adieu au cinéma”!