N.B. Gran parte dei film da me citati in
questo post sono stati proiettati per la prima volta lo scorso anno; tuttavia,
essi sono usciti IN ITALIA quest’anno, in ritardo rispetto al loro paese di
produzione, e quindi sono stati visti dal sottoscritto soltanto nel 2019 e, di
conseguenza, fanno parte della classifica. Quest’ultima, inoltre, ci tengo a
precisare, è puramente soggettiva, e rispecchia banalmente i miei gusti.
Nota positiva: sono riuscito a vedere la maggior parte dei film qui sotto elencati al cinema, empatizzando ancora di più con le vicende proposte.
- “The souvenir” di Joanna Hogg, 2019/USA-UK : di questo film conoscevo soltanto
l’onnipresente Tilda Swinton, che interpreta la madre della protagonista,
Julie, una aspirante regista che avrà una relazione con un uomo, la quale
diventerà tossica per entrambi.
- “Noi” di Jordan Peele, 2019/USA: dopo “Scappa – get out”, un
altro grande film politico di Peele, che sfrutta ancora il tema del razzismo
per criticare il sistema americano e la sua storia.
“Un giorno di pioggia a New York” di Woody Allen, 2019/USA:
tanto jazz, tanta pioggia, un cast stellare e una magnifica New York dei giorni
nostri fanno di questo travagliato film un piccolo bijoux.
- “Rocketman” di Dexter Fletcher, 2019/UK-USA-CAN: dopo il
biopic su Freddy Mercury, Fletcher ci regala la biografia di Elton John,
facendo un passo avanti rispetto al precedente film, aggiungendo parti di vero
e proprio musical. Interessante.
15) “Dolor y gloria” di Pedro Almodovar, 2019/SPA: in questo intimo film, che racconta la storia di un regista omosessuale in crisi con il suo passato, il celebre cineasta spagnolo dirige un grandioso Antonio Banderas, che recita come mai aveva fatto prima, firmando una interpretazione sentita e sofferta. La tv italiana dovrebbe trasmettere film come questo, piuttosto di pubblicità con una gallina e un grande attore reso irriconoscibile da tremende battute ...
14) “I morti non muoiono” di Jim Jarmusch,
2019/USA-SVE: intelligentissimo film politico, a sfondo horror, ambientato in
piena apocalisse zombie. Spassoso e profondo allo stesso tempo. Da recuperare
assolutamente.
13) “Storia di un matrimonio” di Noah
Baumbach, 2019/USA: il titolo spiega già il tema trattato nella pellicola; ma
essa andrebbe vista per le incredibili performance di Adam Driver e Scarlett
Johansson, che firmano le migliori interpretazioni della loro carreria, impersonando
una coppia nella delicata fase di divorzio.
12) “L’ufficiale e la spia” di Roman
Polanski, 2019/FRA-ITA: questa volta Polanski s’ispira a Kubrick (in particolar
modo a “Barry Lyndon”) per il suo film in costume sulla vicenda dell’affare
Dreyfus nella Francia antisemita di fine ottocento. Il J’accuse del
regista polacco è dunque un potente film politico, girato con una grazia
sopraffina, degna del vecchio Stanley, appunto.
11) “Suspiria” di Luca Guadagnino,
2018/ITA-USA: da noi uscito soltanto a Gennaio, dopo il successo di “Chiamami
col tuo nome” il buon regista italiano firma il remake del capolavoro di
Argento ispirandosi più al cinema di Zulawski (c’è tanta guerra fredda in
questo remake ambientato a Berlino) che a quello del buon vecchio Dario. Di
questo film parlerò sicuramente in futuro, perché va approfondito.
10) “Joker” di Todd Phillips, 2019/USA: ed
eccoci al film più chiacchierato dell’anno; esso mi ha colpito moltissimo più
per le sue atmosfere scorsesiane (questa Ghotam ricorda tantissimo la New York
di “Taxi Driver”) rispetto alla pur ottima interpretazione di Phoenix – ma che
in altri film ha dato il meglio di sé. Film introspettivo capace di catturare
le masse: wow!
9) “Van Gogh – sulla soglia dell’eternità”
di Julian Schnabel, 2018/USA-FRA: lo spettatore, in questo film, diventa letteralmente
il pittore olandese e viene catapultato in un mondo a contatto con la natura,
dove le sensazioni risultano l’unica cosa importante. Già immortale
l’interpretazione di Willem Dafoe. Soprendente ed emozionante.
8) “Green book” di Peter Farrelly, 2018/USA: c’è tanto jazz in questo road movie premiato con l’oscar al miglior film; una storia d’amicizia davvero emozionante e coinvolgente tra un autista e un pianista classico di colore nell’america razzista dei primi anni sessanta. Un piccolo gioiello.
7) “Midsommar” di Ari Aster, 2019/USA-SVE: in questo superbo horror ambientato nel nord europa c’è tantissima luce, cosa che non capita spesso in un film di questo genere. Un’incredibile discesa negli inferi per dei giovani amici americani, in vacanza in un paesino legato alle sue “particolari” tradizioni. Dopo “Hereditary”, il giovane regista americano continua a sconvolgere e a inquietare lo spettatore.
6) “C’era una volta a Hollywood” di Quentin Tarantino, 2019/USA-UK: di questo film ne ho già parlato in una apposita recensione dopo averlo visto. Dai, cos’altro aggiungere?! Quentin non perde un colpo …
8) “Green book” di Peter Farrelly, 2018/USA: c’è tanto jazz in questo road movie premiato con l’oscar al miglior film; una storia d’amicizia davvero emozionante e coinvolgente tra un autista e un pianista classico di colore nell’america razzista dei primi anni sessanta. Un piccolo gioiello.
7) “Midsommar” di Ari Aster, 2019/USA-SVE: in questo superbo horror ambientato nel nord europa c’è tantissima luce, cosa che non capita spesso in un film di questo genere. Un’incredibile discesa negli inferi per dei giovani amici americani, in vacanza in un paesino legato alle sue “particolari” tradizioni. Dopo “Hereditary”, il giovane regista americano continua a sconvolgere e a inquietare lo spettatore.
6) “C’era una volta a Hollywood” di Quentin Tarantino, 2019/USA-UK: di questo film ne ho già parlato in una apposita recensione dopo averlo visto. Dai, cos’altro aggiungere?! Quentin non perde un colpo …
5)“Il primo re” di Matteo Rovere,
2019/ITA-BEL: un film epico sulla storia di Romolo e Remo di un regista
italiano, per lo più recitato in protolatino e interpretato dal bravissimo
Alessandro Borghi non poteva che entrare nei piani alti di questa classifica.
4) “Vice – l’uomo nell’ombra” di Adam McKay,
2018/USA: in pieno stile del regista, questo eccentrico film biografico,
incentrato sulla vita del vicepresidente Cheney (intepretato da un
irriconoscibile Christian Bale), sa come soprendere continuamente lo spettatore;
inoltre, McKay, come per il suo precedente lavoro “La grande scommessa”, sa
come criticare il sistema americano, facendoti, però, allo stesso tempo,
empatizzare tantissimo con i personaggi.
3) “La favorita” di Yorgos Lanthimos,
2018/IRL-UK-USA: il regista greco sa come rinnovarsi, capolavoro dopo
capolavoro. Qui realizza un film in costume pieno di black humor, tipico del
cinema europeo, nonostante la produzione fortemente americana, il successo
commerciale e le vittorie agli Oscar 2019. Grandissima regia, la sua,
nonostante la giovanissima età, cosa che mi lascia incredulo ogni volta.
Maestoso.
2) “The Irishman” di Martin Scorsese,
2019/USA: dalla durata di tre ore e mezza, appena approdato sulla piattaforma
Netflix, esso rappresenta il testamento del cinema gangster del regista
americano; una vera e propria epopea. Un film stanco, volutemente lento, che si
distacca tanto da “Quei bravi ragazzi” e, infine, <<interpretato dagli
amici>> di Scorsese (De Niro, Al Pacino, Joe Pesci & Harvey Keitel).
Il film equivale ad un “C’era una volta in America” a tinte scorsesiane. Forse è da ricercare in questo capolavoro la
migliore regia, in termini tecnici, del 2019. Imponente.
1) “Parasite” di Bong Joon – Ho, 2019/CDS:
mai un film coreano aveva trionfato a Cannes; forse questo basterebbe per
scatenare la curiosità di chiunque. Ma voglio dire di più:
è difficile rammentarmi di un film di un paio d’ore che mischi alla perfezione
il dramma, la commedia, il black humor, il thriller, il giallo e, perché no,
anche l’horror … un film completo, a dir poco perfetto, che si ribalta sequenza
dopo sequenza e fa dei colpi di scena e delle trovate originali i suoi punti di
forza. L’ho già visto due volte e a ogni visione sa scuotere come se fosse la
prima. Quando dovrò rispondere, in futuro, <<cos’è un capolavoro nel
cinema?>>, allora risponderò menzionando questa pellicola.
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