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giovedì 21 dicembre 2023

I LIBRI MIGLIORI LETTI NEL 2023 - CLASSIFICA

21) “Russia” di Enzo Biagi: reportage nell’Unione Sovietica degli anni ’70, quella che già si apriva ai mercati, al capitalismo, alla libera impresa. Un paese che stava definitivamente mutando, cambiando pelle. Il racconto del giornalista italiano è alle volte prevenuto, ma la sua rimane una penna di tutto rispetto. Interessanti le interviste ai personaggi che hanno fatto la storia del paese. La mia preferita, però, rimane quella alla figlia di Rasputin!

20) “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver: racconti brevi firmati dalla penna minimalista per antonomasia. Alcuni bellissimi, altri meno, nonostante tutto una scrittura che ha cambiato per sempre la narrativa statunitense.

19) “Liza di Lambeth” di William S. Maugham: è del 1897 questo breve racconto, che narra le drammatiche vicende di Liza, residente nel quartiere proletario “Lambeth” di Londra. Una storia semplice, oggi ricordata per la descrizione della dura vita della classe operaia, ma capace in ogni caso di catturare il lettore.

18) “La leggenda del vento” di Stephen King: molti fan leggono questo libro per ultimo, alla fine, perché si può collocare nel ciclo della Torre Nera anche se non fa realmente parte della saga. È stato bello ritrovare vecchi amici e conoscerne di nuovi. È un libro che scalda il cuore.

17) “La metà oscura” di Stephen King: ancora lui, ancora il Re. Un libro, questo, che mi ha accompagnato durante le vacanze estive e che diverte e intrattiene a dovere. George Stark, lo pseudonimo del protagonista (scrittore), che prende vita, è un cattivo tanto crudele quanto ben descritto. Peccato che il finale non sia all’altezza della storia metaletteraria e, in parte, anche autobiografica.

16) “Diario Russo” di John Steinbeck: reportage dello scrittore premio Nobel e del fotografo di guerra Robert Capa, con le sue fotografie in bianco e nero che condiscono perfettamente il libro, il quale descrive il loro viaggio per tutta l’Unione Sovietica appena dopo la guerra, tra fattorie collettive e città bombardate dai tedeschi. Una testimonianza oggettiva molto importante dal punto di vista storico e politico.

15) “Il codice del tennis” di Bill Tilden, a cura di Luca Bottazzi e Carlo Rossi: una selezione di alcune opere teoriche fondamentali scritte da Bill Tilden, il tennista che dominò i ruggenti anni ’20. A distanza di cento anni questi testi rimangono ancora oggi fondamentali per capire il gioco del tennis. Non a caso Big Bill venne definito “Il Leonardo del tennis”.

14) “I salici” di Algernon Blackwood: nei primi del ‘900 Blackwood inventava il genere esoterico e sconvolgeva i suoi lettori. In questo racconto, tanto amato da Lovecraft in persona, l’horror psicologico lo fa da padrone e due escursionisti dovranno vedersela con dei salici maligni … o con la loro stessa psiche? Sta a voi scoprirlo.

13) “L’ultima cosa bella sulla faccia della terra” di Michael Bible: il libro più chiacchierato di settembre/ottobre prende dai classici statunitensi come Salinger e li unisce allo stile di McCarthy, creando una storia con un’idea originale e intrigante: gli abitanti di una ridente cittadina statunitense rimangono scossi dopo un suicidio all’interno della chiesa che non ha colpito la vittima, bensì decine di fedeli. Di Bible (Michele Bibbia, in italiano) si sa poco, soltanto che risiede a New York (pensate che non sappiamo neanche la sua età!); e il fatto che Adelphi abbia pubblicato un romanzo di questo giovane autore di cui sappiamo poco o nulla rende il tutto ancora più affascinante.

12) “I libri di sangue – Visions” di Clive Barker: il quinto volume dei libri di sangue del genio poliedrico di Liverpool consiste nei soliti racconti horror (un orrore cosmico, mistico, visionario), quattro per l’esattezza. È questa la raccolta che contiene il racconto “Il proibito”, divenuto in seguito celebre per le due trasposizioni cinematografiche note con il titolo di “Candyman”. Ma il mio racconto preferito rimane “I figli di Babele”, inquietante e visionario.

11) “La perla” di John Steinbeck: un romanzo breve che sembra più una favola o una parabola. Una storia tenera ma anche molto dolorosa. Scrittura sempre a un livello incredibile quando si parla dell’autore statunitense Premio Nobel 1962.

10) “Il passo di Amagi” di Matsumoto Seicho: breve romanzo giapponese (finalmente un po’ d’asia in classifica) scritto in prima persona. Narra le vicende nebulose e drammatiche di un giovane squattrinato. Un giallo psicologico davvero piacevole con finale a sorpresa.

9) “Largo ai vedovi neri” di Isaac Asimov: pensavate che Asimov avesse scritto solo di fantascienza? Ebbene, vi sbagliavate. In questa raccolta di racconti troverete gli enigmi (quasi dei rompicapi) meglio congeniati di sempre. Il finale dei racconti vi lascerà a bocca aperta. Spassoso.

8) “Il coccodrillo” di Fedor Dostoevskij: in questo libriccino umoristico, il lettore scoprirà il lato satirico e più divertente del celebre scrittore russo, che raramente viene a galla. Un’autentica gemma nella sua vasta produzione. Cosa si è disposti a fare per raggiungere la notorietà e incassare un po’ di soldoni? Qual è il prezzo che si è disposti a pagare per la ribalta? Magari anche farsi divorare da un coccodrillo?! L’unica pecca di questa storia è il fatto che è rimasta per sempre incompiuta!

7) “Cacao” di Jorge Amado: ecco il secondo libro dell’iconico scrittore brasiliano (una vera leggenda in patria), scritto subito dopo una traumatica visita in una piantagione di cacao. Una storia toccante, cruda, spietata, dolorosa, scioccante, breve e concisa … tutte caratteristiche degne di un’opera prima, con tutti i suoi pregi e tutti i suoi limiti. Un romanzo proletario, insomma, come ci dice l’autore nella primissima pagina.

6) “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” di Luis Sepulveda: romanzo d’esordio per lo scrittore cileno. Una storia dove la natura la fa da padrone. Il protagonista, un tutt’uno con essa, ci mostra quanto sia inutile il potere, ma quanto sia importante, al contrario, riconciliarsi con la natura muniti solo di qualche libro da leggere. Illuminante.

5) “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo: dimenticate il film d’animazione Disney, questo libro è tutt’altra cosa … la violenza abbonda tra le pagine di questo tomo, ma i protagonisti vi resteranno nel cuore. Il finale, ahimè, è la cosa più straziante letta quest’anno. Superato lo scoglio delle prime cinquanta pagine, che – fidatevi - potete anche saltare, il libro vola via che una bellezza e Parigi non vi sembrerà mai così piena di vita.

4) “Terribile splendore” di Marshall J. Fisher: il tennis non è solo uno sport, o un gioco, e questo libro ne è la prova: il tennis è anche una battaglia personale, è vita, è storia. Cosa lega Hitler e il barone Von Cramm, il più grande tennista tedesco degli anni ’30? Solo leggendo questa incredibile storia (ovvero tutto ciò che precede e segue la partita più bella di tutti i tempi, tra l’altro giocata sul prato di Wimbledon) lo scoprirete.

3) “Divina” di Gianni Clerici: il celebre giornalista e commentatore di tennis Gianni Clerici ha dedicato tutta la sua vita a mettere insieme tutti i pezzi della vita della leggendaria tennista Suzanne Lenglen, attiva negli anni ’20 del Novecento e capace di perdere soltanto 7 partite a fronte delle 347 vittorie (di cui 187 consecutive!!!) … numeri, in sostanza, che non saranno mai più replicati da un atleta non solo nel tennis, ma nello sport tutto! Quello che ne esce è un ritratto vivo, appassionante e appassionato, e di certo minuzioso sulla tennista che ha cambiato per sempre il gioco del tennis e che ha dato alle donne la possibilità di concepire il tennis come un lavoro a tempo pieno.

2) “Hollywood Babilonia” di Kenneth Anger: il regista sperimentale dell’underground statunitense, passato a miglior vita proprio quest’anno dopo aver raggiunto i cento anni d’età, nel 1959 regala al mondo un libro sconvolgente e provocatorio. Ovvero brevi ritratti, storie dimenticate e denunce sul marcio che risiede a Hollywood. Nessun attore, produttore o regista sfugge ad Anger, tutti vengono messi a nudo, denunciati o criticati, il tutto corredato da foto intime, imbarazzanti e inedite. Hollywood negli anni ’20 e ’30 era una giungla, era davvero Babilonia ed il libro, infatti, per questo motivo scomodo, è stato censurato in patria fino al 1975!

1) “Pol Pot” di Philip Short: non solo un ritratto sul leader che ha condotto i “famigerati” Khmer Rossi alla rivoluzione comunista in un piccolo stato del sud-est asiatico chiamato Cambogia, alla disfatta più grande dell’esercito a stelle e strisce - addirittura arrivata un mese prima rispetto a quella più nota dei rivali vietnamiti; non solo la classica ascesa e caduta, insomma, ma un vero e proprio ritratto psicologico completo sui cambogiani, popolo mite ma capace anche di sprigionare violenza, sicuramente martoriato da guerre, carestie e invasioni. Mille pagine di storia (dimenticata) ma realmente interessante, corredata da migliaia di fonti utilizzate. Un lavoro impressionante. Monumentale.

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