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sabato 30 dicembre 2023

LISTA DEI MIGLIORI FILM DEL 2023 (50 titoli!!!)

44) “Nessuno ti salverà” di Brian Duffield (2023): su Disney+ sbarcano gli alieni e il film nella prima parte convince pure, finché non si perde un po’. Ma il vero problema è quello d’ispirarsi non solo ad un paio di film fantascientifici ma a una vastità di pellicole del genere sci-fi! Peccato, perché il film è coraggiosissimo: è interamente muto! E di questi tempi, ci vuol tanto fegato …

43) “Diabolik – Ginko all’attacco!” dei Manetti bros. (2022): Marinelli era un Diabolik migliore, secondo me, ma questa volta è il film a convincere. Niente di clamoroso, ma i colpi di scena non mancano. Ed è già qualcosa.

42) “Tiziano Terzani – il viaggio della vita” di Mario Zanot (2023): documentario che ripercorre a tappe la vita del mio giornalista preferito, dalla nascita a Firenze fino alla morte tra i monti dell’Appennino pistoiese, passando per i reportage di guerra in oriente. Un documentario classico, più per neofiti che altro.  

41) “M3GAN” di Gerard Johnstone (2022): divertissement horror che ragiona sull’eccesso dell’AI. Gradevole. La bambola M3GAN diventerà un piccolo cult, probabilmente.  

40) “Scream VI” di M. Bettinelli-Olpin & T. Gillet (2023): film in linea con gli altri capitoli della saga. Mi sta un po’ più simpatico da quando Melissa Barrera è stata licenziata dal franchise per i suoi post a sostegno della Palestina (seguita da Jenna Ortega che si è licenziata probabilmente a sostegno della collega).

39) “Le otto montagne” di F. Van Groeningen & C. Vandermeersch (2022): ritorna la grande coppia Borghi – Marinelli (i due più grandi volti del nuovo cinema italiano) sul grande schermo e il film anche solo per questo può risultare interessante. Grande recitazione, buona atmosfera e paesaggi mozzafiato per un dramma tratto dal famosissimo romanzo omonimo. Invernale.

38) “The Whale” di Darren Aronofsky (2022): il celebre regista statunitense alle prese con il suo film più realistico e “semplice”, in un certo senso, quasi tutto ambientato in una stanza. C’è tanto, ma tanto dramma in quest’opera tratta da una pièce teatrale. Un ritrovato Brendan Fraser guida il tutto, trasformato dall’ingombrante make-up, e vincitore per questa interpretazione di un premio Oscar più che meritato.

37) “Operation fortune” di Guy Ritchie (2023): solito giocattolone del buon Guy, alle prese con lo spionaggio, in questo caso. Nulla che non si sia mai visto, ma il ritmo c’è, le battute divertono e, almeno a me, il suo cinema piace.

36) “Napoleon” di Ridley Scott (2023): epico, ma non epocale. Ne parlo in modo più dettagliato qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2705524279600990&set=pb.100004303334462.-2207520000&type=3

35) “Close” di Lukas Dhont (2022): dei bravissimi attori bambini interpretano questo film estremamente drammatico ambientato in Belgio. Una storia d’amicizia (o forse d’amore?) destinata ad interrompersi presto … ma per quale motivo?

34) “Kimi” di Steven Soderbergh (2022): thriller semplice, “classico”, ma reso interessante dalla descrizione della protagonista, una ragazza agorafobica alle prese con il Covid e, probabilmente, con un omicidio captato da un messaggio telefonico; ottima interpretazione da parte di una sorprendente Zoe Kravitz dai capelli blu.

33) “Tár” di Todd Field (2022): una strepitosa Cate Blanchett interpreta Lydia Tár, una fittizia e importantissima direttrice d’orchestra, che deve difendersi da infamanti accuse, vedendo la sua carriera crollare da un momento all’altro. Un po’ troppo lungo, ma un viaggio dallo stampo realistico nella psiche destabilizzata di una grande artista.  

32) “EO” di Jerzy Skolimowski (2022): il celebre regista polacco realizza una sorta di remake contemplativo e d’atmosfera del film di culto “Au hasard Balthazar”. Le vicissitudini di un povero asino osservate dal suo stesso punto di vista (non mancano le riprese in soggettiva). Esteticamente riuscito (bella la fotografia a tratti psichedelica), il messaggio animalista risulta essere forse un po’ troppo ridondante.   

31) “Il gatto con gli stivali 2 – l’ultimo desiderio” di Joel Crawford (2022): cambiano lo stile di animazione e il doppiatore (italiano), ma il risultato no. Un altro divertente film sul gatto più famoso del mondo. La storia, destinata soprattutto ai più piccoli, ha il coraggio di parlare dal primo all’ultimo minuto della morte, argomento affrontato con sorprendente serietà. Il cattivo, questa volta, è cattivo per davvero e non esiterà a sacrificare bruscamente anche tutti i suoi aiutanti pur di raggiungere il suo losco obiettivo. Perrito, il personaggio dell’anno!

30) “Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores (2023): anche il nostro Salvatores dirige il suo “8 ½”, un film metacinematografico, probabilmente autobiografico, che si avvale di un ottimo bianco e nero e di un grandissimo Toni Servillo. Promosso!

29) “Armageddon Time” di James Gray (2022): il sogno americano deve fare i conti con una realtà da incubo: razzismo, valore dei soldi, la figura di Reagan che incombe … nel 1980 non c’è più il tempo per sognare, anche se sei un bambino. Un plauso all’eterno Anthony Hopkins, qui impegnato nella parte del saggio nonno del protagonista. Un filmone, per quanto mi riguarda.

28) “Masquerade – ladri di amore” di Nicolas Bedos (2022): una commedia che sfocia nell’heist movie nella bellissima Costa Azzurra, che fa da cornice ad un film di inganni a scatole cinesi. Da segnalare il grande ritorno in un ruolo in primo piano per Isabelle Adjani, una delle mie attrici preferite. Non solo per questo, il film merita di far parte di questa classifica.  

27) “The killer” di David Fincher (2023): un killer solitario, interpretato da un freddo ma maestoso Fassbinder, alle prese con la sua implacabile vendetta dopo aver sbagliato un colpo importante col suo fucile. Tratto da una graphic novel francese, il film intrattiene, ma va via troppo velocemente, anche se è suddiviso in capitoli (da segnalare quello con una imperiosa Tilda Swinton). Freddo.

26) “L’ultima notte di amore” di Andrea di Stefano (2023): sorpresa dell’anno. Un noir metropolitano italiano davvero notevole, tutto ambientato in una Milano notturna dei giorni nostri. Tecnicamente molto valido, la pellicola si avvale anche di un Pierfrancesco Favino in grande forma. La prima parte, ricostruita in flashback, è davvero intrigante; la seconda parte non riesce a reggere il confronto, secondo me. Anche se il finale alla “It follows” è ganzo.  

25) “Bussano alla porta” di M. Night Shyamalan (2023): l’apocalisse secondo il regista de “Il sesto senso”. Un cineasta che negli ultimi anni è in notevolissima ripresa grazie ai due ottimi “Glass” e “Old”. Breve, ma efficace, questo film dalla impostazione teatrale.

24) “Morto per un dollaro” di W. Hill (2022): il Maestro Walter Hill ritorna con un western dall’impostazione classica, ma con una fotografia interessante e dei grandissimi attori come Cristoph Waltz e Willem Dafoe davvero in forma.  

23) “Rumore bianco” di Noah Baumbach (2022): adattare il capolavoro omonimo di Don DeLillo non era un compito facile, tutt’altro. Ma Baumbach, secondo me, ne individua lo spirito, l’anima, e fa un buon lavoro. Ottimo il lato tecnico ed estetico (la scena della nube è resa perfettamente). Adam Driver e Greta Gerwig (esatto, proprio la regista di “Barbie”) regalano due interpretazioni mostruose, anche se esteticamente non sono dei perfetti Jack & Babette (gli attori dovevano essere un po’ più vecchi). Insomma, il film differisce dal romanzo di Don, ma ne rispecchia lo spirito. Ingiustamente bistrattato.

22) “After Yang” di Kogonada (2021): film distribuito da sky da novembre dello scorso anno. Si tratta una pellicola molto dolce, dai toni sottilmente distopici e sci-fi. Racconta la lunga vita di un robot da “compagnia” per famiglie. Tenero, dolce e familiare. Film dai toni “orientali”. Da vedere.

21) “The Outfit” di Graham Moore (2022): Sorprendente gangster movie dall’impostazione teatrale, perciò ambientato interamente in un’unica location, la bottega di un sarto - o per esserci precisi di un tagliatore - della Chicago degli anni ‘50, qui interpretato da un magistrale Mark Rylance (“Il ponte delle spie”, “il GGG” …); la trama vede il nostro sarto ospitare nella sua bottega un via vai di gangster irlandesi, che utilizzano il negozio come covo segreto. Un giorno, però, accade un imprevisto, una delicata discussione e ci scappa il morto… Graham Moore, appena alla sua prima pellicola, firma un’opera piena di colpi di scena che, appena presentati i personaggi e la stressante situazione vissuta dal nostro, si susseguono uno dopo l’altro, degni del migliore Guy Ritchie fino ad un appagante finale dove il nostro Rylance dà il meglio di sé come solo i grandi attori sanno fare.

20) “The quiet girl” di Colm Bairéad (2022): pellicola irlandese molto delicata, dolce e, per l’appunto, silenziosa. Si parla dello speciale rapporto tra una piccola bambina incompresa e i suoi due zii incontrati per la prima volta. Delicato.

19) “The Holdovers – lezioni di vita” di Alexander Payne (2023): anche in questo caso un film molto dolce. Il rapporto tra un professore di un college e uno studente costretto a restare con lui durante le vacanze natalizie del 1970. Esteticamente molto curato, il film riuscirà a scaldarvi il cuore senza risultare zuccheroso. Natalizio.

18) “Tremila anni d’attesa” di George Miller (2022): il regista della saga di “Mad Max” qui alle prese con un fantasy puro con una immensa Tilda Swinton, che interpreta una scrittrice in viaggio ad Istanbul, e un grande Idris Elba, il classico genio (della lampada). I racconti del genio sono originali anche se di stampo classico e il rapporto tra i due protagonisti molto dolce e intenso. Una piacevole scoperta.

17) “Mona Lisa and the blood moon” di Ana Lily Amirpour (2021): finalmente è arrivato in Italia! Solo da metà gennaio questo film è approdato su sky, dopo una lunga ed estenuante attesa; perché la regista iraniana, secondo me, è una delle migliori in circolazione. Il film, un fantasy grottesco, manda messaggi positivi come l’amicizia e la libertà.

16) “Cane che abbaia non morde” di Bong Joon-Ho (2000): finalmente arriva in Italia l’esordio del regista di “Parasite”! Lo trovate su mymovies. Grande opera prima, anche se risente naturalmente del budget limitato. La location condominiale, tuttavia, riesce a compensare un bel po’.

15) “Trenque Lauquen” di Laura Citarella (2022): in futuro si parlerà con più riguardo di questa Nouvelle Vague argentina, iniziata nei primi anni duemila con Lisandro Alonso. Dopo “La flor”, ecco un altro film argentino da menzionare. Le caratteristiche che accomuna questi film sono: la lunga durata (questo dura oltre quattro ore), un soggetto semplice ma dai risvolti grotteschi, una recitazione e una messa in scena realistica (senza alcun sfarzo), dei dialoghi colloquiali. Questo film, che prende il nome da una piccola città vicino la capitale, è una indagine misteriosa a scatole cinesi, in bilico tra il già citato “La flor” e, perché no, “Twin Peaks”! Incantevole.   

14) “Rapito” di Marco Bellocchio (2023): film italiano maestoso, sfarzoso e commovente. Il Maestro Bellocchio ci parla del famigerato caso Edgardo Mortara, ovvero quello di un bambino ebreo che venne fatto rapire dal papa Pio IX nell’Italia divisa di metà ‘800. Davvero notevole e straziante!

13) “Everything, everywhere, all at once” dei Daniels (2022): film che ha fatto incetta di Oscar e riproposto al cimema, per questo motivo, anche a marzo. Non si inventa nulla di nuovo, le tematiche affrontate son sempre quelle (famiglia, rapporto madre-figlia, adolescenza, amore) … ma è impossibile negargli una certa originalità di messa in scena (la scena dei sassi è già cult!).

12) “Avatar – la via dell’acqua” di James Cameron (2022): sequel riuscito. La sceneggiatura è imperfetta, ma se tutti i film di intrattenimento fossero così, il cinema starebbe a cavallo! Visivamente l’ho preferito addirittura al primo capitolo. Le parti (quasi) documentaristiche sui mari di Pandora sono da antologia. Ne parlo nel dettaglio qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2482920528528034&set=pb.100004303334462.-2207520000&type=3

11) “Saltburn” di Emerald Fennell (2023): “Il talento di Mr. Ripley” incontra “Parasite” in questa gemma uscita proprio a fine anno vergognosamente su Prime, da noi, senza passare per il grande schermo ... Un thriller ambientato nella neo-nobiltà inglese, capace di scannarsi tra loro senza alcuna pietà. Con un grandissimo, oserei dire immenso Barry Keoghan (fino a dove deve spingersi questo ragazzo per vincere un Oscar?!). Spietato.

10) “Guardiani della Galassia vol. III” di James Gunn (2023): tocca ancora una volta a Gunn salvare la baracca, sia essa Marvel o DC. Il terzo capitolo (finale) dei Guardiani è la chiusa perfetta che tutti volevano vedere. Intrattenimento di livello altissimo, tra l’altro, capace di affrontare tematiche come la famiglia e la diversità con estrema leggerezza (il film è anche a sfondo animalista). Possiamo andare in pace.  

9) “Sick of myself” di Kristoffer Borgli (2022): cosa si è disposti a fare per divenire la persona sulla cresta dell’onda? Ci si rovinerebbe la vita? L’ascesa e la caduta di una ragazza autolesionista, interpretata da una bravissima Kristine Thorp, affrontata con il tipico freddo umorismo nero nordico (norvegese, per la precisione). Estremo.

8) “The menù” di Mark Mylod (2022): il film più estremo e disturbante presente su Disney+. Uno chef – interpretato da un Ralph Fiennes da antologia - decide di offrire una cena mortale ai suoi ricchi ospiti. In bilico tra “Masterchef” e “Parasite”, si è detto. Forse è così. Ma tutto nel film non stona, tutto è ben bilanciato come in un complesso piatto, e la violenza che esplode inaspettata diventa metacinema puro. Esperimento promosso a pieni voti, per quanto mi riguarda.

7) “El Conde” di Pablo Larraìn (2023): dopo aver realizzato i ritratti di Jacqueline Kennedy e Lady D, il regista cileno torna in patria e realizza un film su un … Pinochet-vampiro! Racconto originale del dittatore cileno, che forse continua a vivere ancora oggi … il film si avvale di un bianco e nero spettrale, cupo, vampiresco. Ho amato le scene notturne di volo e quelle splatter. Il film, inoltre, ha vinto il premio come miglior sceneggiatura a Venezia. Premio meritato anche per il colpo di scena verso la seconda metà della pellicola. Lo trovate su Netflix … che rabbia, questo film avrebbe meritato la sala!

6) “Decision to leave” di Park Chan-Wook (2022): il Maestro sudcoreano ritorna dopo una lunghissima attesa con un neo-noir da applausi. Nei suoi film troverete soltanto la perfezione e questa sua ultima fatica non fa eccezione. Da brividi.

5) “Gli spiriti dell’isola” di Martin McDonagh (2022): film su due amici litigiosi in un paese, l’Irlanda, diviso dalla guerra civile. Umorismo nero perfetto, attori in stato di grazia, paesaggi mozzafiato, ne parlo nel dettaglio qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2512686955551391&set=pb.100004303334462.-2207520000&type=3

4) “Asteroid city” di Wes Anderson (2023): è stato l’anno di Wes, che oltre a questa perla ci ha regalato anche quattro mediometraggi (che trovate su Netflix) tratti da racconti di Roald Dahl. Questa, invece, è l’ennesima piccola-grande gemma nella filmografia del Maestro delle simmetrie, che in questa sua ultima creazione ci mette dentro un po’ di tutto: il metacinema, un cast stellare (dal primo dei protagonisti fino all’ultima comparsa), esplosioni atomiche, la quarantena, la guerra fredda, delle anime perdute, buffi alieni smilzi, tre adorabili bambine sognatrici, il deserto, la (fanta)scienza, un motore impazzito, un simpatico “Beep Beep”, il teatro, delle scommesse rischiose, un gioco di memoria, il senso della vita, due giovani innamorati, la classica intima colonna sonora di Desplat e la classica fotografia dai toni color pastello, l’elaborazione del lutto, l’astronomia, una banda country, scene a colori e scene in bianco e nero… Tutto questo lo si trova solo e soltanto ad Asteroid City, una non-città in mezzo al nulla, nel deserto dell’Arizona, di soli 87 abitanti, che mi ha fatto sentire un po’ come a casa. Poi, la piccola citazione a “Mars Attacks!” : )

3)“Killers of the flower moon” di Martin Scorsese (2023): quando un ottantenne sforna un prodotto del genere, cosa si può fare? Poco e nulla. Restare in silenzio o applaudire. Decidete voi. Ne parlo nel dettaglio qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2686173681536050&set=pb.100004303334462.-2207520000&type=3  

2) “Oppenheimer” di Cristopher Nolan (2023): film più che mai attuale. Finalmente Nolan trova la sua storia, elimina tutte le sue manie e realizza un film praticamente intoccabile. Ne parlo nel dettaglio qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2648102315343187&set=pb.100004303334462.-2207520000&type=3

1) “Babylon” di Damien Chazelle (2022): lo sapete, per me il film più bello visto quest’anno al cinema. Un’epopea, un viaggio allucinato e allucinante all’interno dell’Hollywood Babilonia dei Ruggenti anni Venti. Ne parlo nel dettaglio qui, in una delle mie recensioni più sentite: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2484592711694149&set=pb.100004303334462.-2207520000&type=3

I (NON TANTO) GRANDI ESCLUSI:

“Barbie” di Greta Gerwig (2023): mentirei se dicessi che non mi abbia divertito (specialmente nella prima parte), mentre nella seconda si perde un bel po’. Il messaggio pseudo femminista stona terribilmente. Per chi non lo avesse capito il vero messaggio è quello di far incassare ancora più soldi alla Mattel! Capitalismo, signore e signori. Bravissimi gli attori, riuscite le scenografie, divertenti le canzoni. Il finale stona anch’esso. Giocattolone.

“Cocainorso” di Elizabeth Banks (2023): la Banks se ne esce (quasi a caso) con questo film basato sulla leggenda metropolitana dell’orso che fece incetta di un carico di cocaina caduto da un aereo, nel Tennessee del 1985. Purtroppo, il fragile soggetto non si prestava ad un lungometraggio (che infatti presenta tante scene riempitive) e, inoltre, sono tantissime le ingenuità che non possono essere ignorate. Peccato, perché il lato splatter (ma anche quello animalista) funzionava davvero!

“Assassinio a Venezia” di Kenneth Branagh (2023): dei tre film dedicati alla figura (per me sacra) di Hercule Poirot, questo è il migliore. In primis perché è una storia originale e, quindi, non deflagra l’operato della Christie; e, in secondo luogo, perché l’ambientazione gotica funziona alla grande. Peccato che poi mi tocca aprire gli occhi e, così facendo, mi ritrovo davanti un Poirot che corre, lotta, si dimena, è in preda alle allucinazioni … niente da fare, non ci siamo ancora, ma è già un passo avanti.

“Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti (2023): anche Nanni ci propina il suo “8 ½”, va tanto di moda oramai. Peccato che lo infarcisca di propaganda anticomunista-trotskista. Grazie lo stesso, ma passiamo oltre.

“Educazione fisica” di Stefano Cipani (2022): fallimentare su tutta la linea. Forse funziona meglio a teatro. E, forse, era meglio relegarlo solamente lì, sul palco.

“The estate” di Dean Craig (2022): dispiace molto inserirlo qui perché il regista è l’autore del soggetto e della sceneggiatura di quel gioiellino di “Funeral Party”. Qui, invece, sembra più la scrittura del suo fratello scemo … solita storia di eredità e di conflitti familiari con finale telefonato fin dai titoli di testa. Sprecatissime le leggendarie Toni Colette e Kathleen Turner.  

POSTILLA DI NOTEVOLE IMPORTANZA: per questa lunga classifica (che lascia il tempo che trova, essendo solo un gioco e, in primo luogo, un pretesto per consigliare un po’ di titoli) ho preso in considerazione soltanto i film del 2023 o quelli del 2022 (o addirittura precedenti) che sono usciti soltanto quest’anno o a ridosso di gennaio 2023, al cinema e/o sulle piattaforme streaming, ma che non avevo recuperato in tempo. Nonostante non avessi mai visto così tanti film di un anno solare o degli ultimi due mesi dell’anno precedente, purtroppo mancano ancora all’appello tantissimi titoli come: “Coup de chance”, “C’è ancora domani”, “Anatomia di una caduta”, “Ferrari”, “Wonka”, "Beau ha paura", "John Wick 4”, “Silent night”, “Dream scenario”, “The Old Oak” e “Fallen Leaves” che, ahimè, non sono riuscito a vedere.

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